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Domenico34 – La personalità dello Spirito Santo - PROVATA DALLE SACRE SCRITTURE

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2011 00:11
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31/07/2011 00:28

Ed ora, io, cattivato dallo Spirito, vado in Gerusalemme, non sapendo le cose che mi avverranno in lei. Sennonché lo Spirito Santo mi testifica per ogni città, affermando che legami e tribolazione mi aspettano (Atti 20:23), (versione G. Diodati.

Lo stesso Spirito Santo che aveva parlato per mezzo di Agabo, aveva parlato ed attestato a Paolo, che legami e tribolazione l'attendevano in Gerusalemme. Quello che Luca racconta in questa parte del libro degli Atti, non sono delle favole o delle cose inventate, sono delle constatazioni con riferimento alle precise azioni dello Spirito Santo.

Agli stessi anziani della Chiesa di Efeso, ai quali Paolo si rivolgeva e faceva loro sapere intorno ai suoi patimenti, ora proclama un importante ammonimento da parte di Dio, con le seguenti parole:

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituito vescovi, per pascere la Chiesa di Dio, la quale egli ha acquistato proprio sangue (Atti 20:28).

Se è vero che gli anziani (Come vengono chiamati al v. 17), venivano scelti generalmente dalla congregazione, per voti comuni, secondo la prassi che vigeva ai tempi degli apostoli, ciò non toglie che lo Spirito Santo, avesse costituito quei vescovi-anziani, per pascere la Chiesa di Dio.

Avvicinandosi al termine del libro degli Atti, Luca ricorda un ultimo fatto della vita di Paolo, come prigioniero. Allorché i Giudei che vivono a Roma vanno in massa a trovare Paolo, nella sua casa presa in affitto,

egli dalla mattina alla sera, espone loro le cose, testimoniando del regno di Dio e persuadendoli di quel che concerne Gesù, con la legge e con i profeti (Atti 28:23).

Notando poi, che questi Giudei non sono pronti ad accettare questa buona novella dell'evangelo che Paolo annuncia loro, egli si congeda da loro con queste parole:

E non essendo d'accordo fra loro, si ritirarono, dopo che Paolo ebbe detta quest'unica parola: Ben parlò ai nostri padri per mezzo del profeta Isaia dicendo, Vai a questo popolo e di', - Voi udrete coi vostri orecchi e non intenderete; guarderete con i vostri occhi, e non vedrete; perché il cuore di questo popolo s'è fatto insensibile, - sono divenuti duri di orecchi, - e hanno chiuso gli occhi, - che talora non veggano con gli occhi, - e non odano con gli orecchi, - e non intendano col cuore, - e non si convertano, - ed io non li guarisca (Atti 28:25-27).

La cosa che Luca vuol mettere in risalto, con questa citazione, non è tanto per ricordare la profezia d'Isaia, che Paolo applica alla vita di quei Giudei in quel giorno, quanto il fatto che se Isaia parlò in quella maniera al suo tempo, fu perché lo Spirito Santo parlò in quel modo.

Come abbiamo detto all'inizio dell'esame del libro degli Atti, così ancora una volta ribadiamo: il testo degli Atti, non è un manuale che racconta solamente quello che fecero gli apostoli, il loro zelo missionario, la loro premura per proclamare l'evangelo di Cristo, l'espansione e la crescita della Chiesa, e la sua graduale organizzazione, ma è essenzialmente il libro degli Atti dello Spirito Santo, manifestati e documentati, dall'accortezza di Luca.

Ignorare queste azioni personali dello Spirito Santo, così come vengono rivelate dal libro degli Atti, significa in ultima analisi, non solo rigettare la personalità dello Spirito Santo, ma chiudere la propria vita all'azione benefica dello Spirito di Dio.

6) Le epistole di Paolo

L'espressione: «Lo Spirito Santo», nelle epistole di Paolo, non è nominata frequentemente come nel libro degli Atti. Ma quelle poche volte che viene menzionata (16 in tutto), è sempre importante ai fini di individuare i segni della personalità. Parlando dell'amore di Dio, Paolo dice:

È stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo (Romani 5:5).

A differenza di alcuni testi degli Atti che affermano che lo Spirito Santo è stato sparso sui credenti, in questo scritto ci viene affermato che lo Spirito Santo spande l'amore di Dio nel cuore dei fedeli. Questa è una constatazione importante, se si pensa che lo Spirito Santo non è una forza astratta impersonale. Una forza astratta impersonale, non può compiere quest'azione ben precisa e localizzante.

Quando poi Paolo, ci parla della sua tristezza per i suoi connazionali Giudei che non volevano accettare Gesù Cristo, come il Messia promesso dalla legge e dai profeti, egli si esprime con quest'affermazione:

Io asserisco la verità in Cristo, non mento, la mia coscienza me lo attesta per lo Spirito Santo (Romani 9:1).

Non c'era soltanto l'attestazione della coscienza di Paolo, per la condizione della nazione ebraica, c'era anche quella dello Spirito Santo, che dava più significato, mettendo nello stesso tempo in evidenza, un'azione di carattere personale.

Se poi si pensa a quello che viene detto a proposito della libertà che si ha in Cristo, per quanto riguarda il mangiare e il bere, Paolo poteva fare questa precisazione, che vuole essere anche una definizione, unica nel suo genere:
Il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace ed allegrezza nello Spirito Santo (Romani 14:17).

È molto importante, come Paolo specifichi, di non fraintendere. L'allegrezza di cui parla Paolo, si trova «nello Spirito Santo». Ciò vuol dire in ultima analisi che se non ci fosse lo Spirito Santo, l'allegrezza in questione, non avrebbe nessun motivo di esistere; ma se questo «regno di Dio» ha questi tre elementi fondamentali, che lo definiscono: «Giustizia, pace ed allegrezza», il terzo elemento, si trova totalmente legato allo Spirito Santo, che il credente non potrebbe provare e godere, se non nello Spirito e per mezzo dello Spirito Santo.

La speranza stessa, ch'è paragonata ad un'ancora (Ebrei 6:19), può abbondare mediante la potenza dello Spirito Santo (Romani 15:13). Ciò vuol dire che lo Spirito Santo, non è soltanto la fonte dell'allegrezza, ma è anche il fondamento, la motivazione per fare crescere la nostra speranza.

La stessa offerta che i Gentili offrono a Dio, diventa accettevole, essendo santificata dallo Spirito Santo (Romani 15:16). Questo vuol affermare che lo Spirito Santo non pensa solamente a fare abbondare la speranza, in virtù della quale possiamo rimanere fermi, in mezzo ad un mare in tempesta, ma provvede anche a santificare l'offerta che viene presentata a Dio. In altre parole, se non ci fosse l'azione santificante dello Spirito Santo, l'offerta dei Gentili, non sarebbe mai accettevole a Dio.

Quando l'apostolo Paolo parla ai Corinzi del corpo, viene fuori con quest'affermazione:

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? (1 Corinzi6:19).

Quando poi, Paolo parla dei doni spirituali, ci tiene ha fare alcune precisazioni:

1) Tutti i doni sono dati dal medesimo Spirito;
2) Lo Spirito distribuisce i suoi doni, come vuole.

Questo volere dello Spirito, viene messo in risalto, in una maniera così precisa, che non è possibile pensare allo Spirito Santo, soltanto come una forza impersonale, ma come una reale persona (1 Corinzi 12:11). Onde dare una maggiore spiegazione e garanzia, Paolo, puntualizza:

Perciò vi faccio sapere che nessuno parlando per lo Spirito di Dio, dice: Gesù è anatema! E nessuno può dire: Gesù è il Signore! Se non per lo Spirito Santo (1 Corinzi 12:3).

Il fatto stesso che lo Spirito Santo produce il convincimento, per proclamare: Gesù è il Signore! questo è già una dimostrazione della sua personalità, e può produrre anche:

La purità, la conoscenza, la longanimità e la benignità (2 Corinzi 6:6).

Paolo ha parlato molto di Dio Padre, del Signor Gesù e dello Spirito Santo. Per far capire che lo Spirito Santo è una reale persona, alla pari del Padre e del Figliolo, scrive:

La grazia del Signor Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2 Corinzi 13:13).

Come si può captare il concetto della «comunione», quando si definisce lo Spirito Santo «una manifestazione o un'emanazione?» Questo termine, che Paolo adopera, è più che sufficiente per affermare che lo Spirito Santo è una reale persona.

Quando Paolo parla dell’essere suggellati con lo Spirito Santo, secondo (Efesini 1:13):

In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l'evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso,

vuole appunto presentare lo Spirito Santo come sigillo, senza apportare nessun cambiamento per ciò che riguarda l’azione di suggellare secondo quello che lo stesso apostolo aveva affermato in (2 Corinzi 1:22) che è Dio colui che compie questa azione. Qui invece, lo Spirito Santo viene definito sigillo, ovviamento in senzo metaforico, perché è a mezzo dello Spirito che Dio oppone un segno di proprietà nella vita di un credente, per indicare appunto che gli appartiene.

E non contristate lo Spirito Santo di Dio quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione (Efesini 4:30).

Il fatto che lo Spirito Santo può essere addolorato, indica chiaramente, non solo che sa comprendere, interpretare bene le cose, ma prova anche la sua personalità.

Si continuerà il prossimo giorno...
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