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Domenico34 – La personalità dello Spirito Santo - PROVATA DALLE SACRE SCRITTURE

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2011 00:11
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24/07/2011 13:24


LA PERSONALITÀ DELLO SPIRITO SANTO




PROVATA DALLE SACRE SCRITTURE




1. La definizione della personalità

Se si dovesse chiedere come definire la personalità, credo che si potrebbe definire nel seguente modo: Esistenza dotata di auto-coscienza o di auto-determinazione. Gli elementi costitutivi della personalità sono tre: intelletto o capacità di pensare; sensibilità o ampiezza di sentire e volizione o vastità di volere. Associati a questi sono la coscienza e la libertà di scelta. Anche se per il Figlio, Gesù Cristo, non c'è la difficoltà di accettare la sua personalità, perché visse ed operò in mezzo agli uomini, la cosa è diversa per lo Spirito Santo, soprattutto quando si è definito Forza attiva di Dio. Se si può provare che allo Spirito Santo vengono attribuite azioni d'intelletto, di sensibilità e di volontà, sarà possibile affermare la sua personalità.

La personalità dello Spirito Santo

Attraverso i secoli, l'argomento della personalità dello Spirito Santo, è stato al centro di accese ed infocate dispute, da far pensare, non solo alle diversità d'interpretazioni, ma anche all'incompatibilità di certe argomentazioni tendenti a neutralizzare l'esistenza di questa personalità. Al di fuori e sopra le varie argomentazioni che si sono fatte attraverso i secoli e che continuano a farsi anche al presente, si dovrebbe affrontare l'argomento, senza avere quei preconcetti che limitano in partenza una serena ed obbiettiva valutazione. L'esame dovrebbe essere affrontato tenendo presenti tutti gli elementi che la Scrittura fornisce, senza isolare alcuni testi a scapito degli altri. Solo analizzando l'argomento dal punto di vista globale, si potrà sapere cosa insegna la Scrittura a proposito dello Spirito Santo e chiarire tutti quei testi che possono favorire un'errata interpretazione.

Per fare ciò, si dovrebbe scrivere un trattato sullo Spirito Santo, ed esaminare tutti quei particolari, che potrebbero sembrare insignificanti ad una mente inesperta. Non è questa la sede per improntare un discorso di questa portata, e tanto meno ci siamo prefissi di condurre un'indagine a questo livello, dal momento che questo lavoro mira a ben altro. Per chi vorrebbe sapere tutto sullo Spirito Santo, non dovrebbe fare altro, che leggere la Bibbia con particolare attenzione e con mente libera dai vari preconcetti, e consultare un buon trattato sullo Spirito Santo.

Sicuramente hanno contribuito al dibattito polemico sullo Spirito Santo, certe cose che le Scritture affermano in proposito, da farli risultare quasi in contrasto con le altre persone della Divinità. Tutto ciò, specie quando sembra che venga presentato quasi totalmente in una formula impersonale.

«Varie manifestazioni di Dio Padre rendono relativamente facile concepire la Sua paternità in termini di personalità; l'incarnazione rende quasi, se non completamente, impossibile non credere nell'individualità di Gesù Cristo; ma gli atti e le rivelazioni dello Spirito Santo sono così segreti e mistici, e tante volte si parla della sua influenza, della sua grazia, della sua potenza e dei suoi doni che siamo inclinati a concepirlo come un influsso, un potere, una manifestazione ed emanazione della natura Divina, piuttosto che una persona» (Evans).

I nomi e i simboli usati per lo Spirito Santo fanno pensare a qualcosa d'impersonale

Soffio, Vento, Potenza, Fuoco, Olio, Acqua. Ed ecco alcuni esempi:

Gesù rispose: in verità, in verità io ti affermo che se uno non è nato d'acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio.
Quel che è nato dalla carne è carne; e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.
Non ti meravigliare se ti ho detto: bisogna che nasciate di nuovo. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né donde viene né dove va; così è chiunque è nato dallo Spirito
(Giovanni 3:5-8).

E come il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nel medesimo luogo.
E di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffiò, ed esso riempì tutta la casa dov'essi sedevano.
E apparvero loro come delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro.
E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi
(Atti 2:1﷓4).

Lo Spirito Santo non è sempre unito con il Padre ed il Figlio nelle formule di saluti del N.T.

Si veda per esempio: (1 Tessalonicesi 3:11):
Ora Iddio stesso, nostro Padre, e il Signore nostro Gesù ci appianino la via per venire da voi.

Ed infine perché la parola «SPIRITO» in greco è neutro (PNEUMA)


Indubbiamente, questi ed altri motivi, hanno portato molti alla conclusione, a non accettare la personalità dello Spirito Santo.

2. Le prove della personalità dello Spirito Santo

La sua trattazione

Pur non assumendo la portata e la mole di un vero trattato teologico, faremo del nostro meglio, in questo lavoro, nel fornire prove che parlano in maniera chiara e precisa, della personalità dello Spirito Santo. In questa nostra indagine prenderemo in esame quei testi che riportano solamente i due termini: «Spirito Santo» insieme, mentre tralasceremo tutti gli altri testi, non perché non siano attinenti all'argomento, ma solamente per tenere fede alla nostra parola, di non voler scrivere un trattato sul tema dello Spirito Santo, il che richiederebbe molto spazio.

Questo però non vuol dire assolutamente che quello di cui parleremo non sia sufficiente ai fini di una giusta ed esatta interpretazione; solamente non scenderemo in quei minuziosi particolari, che in un trattato specifico non possono essere trascurati. Inoltre, se metteremo da parte quei testi, che pur parlando dello Spirito, hanno a che fare con Dio e con Gesù Cristo, lo facciamo solo per non sentirci dire: «Qui si tratta dello Spirito di Dio, dello Spirito di Cristo, non ha niente a che vedere con lo Spirito Santo, come persona distinta».

Siccome i testi che andremo citando, parlano specificatamente dello Spirito Santo, ci troveremo a nostro agio, sia per spendere qualche parola di commento, sia per mettere in risalto quegli aspetti compatibili con la personalità.

La frase: «Lo Spirito Santo» nella Bibbia è riportata 94 volte; solo in tre casi viene messa in relazione con Dio. I tre casi sono:

Dov'è colcolui che li trasse fuori dal mare pastore del suo gregge? Dov'è colcolui che metteva in mezzo a loro lo Spirito suo Santo? (Isaia 63:11).

Non rigettarmi dalla tua presenza - e non togliermi lo Spirito tuo Santo (Salmo 51:11).

E non contristate lo Spirito Santo di Dio quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione (Efesini 4:30).

In tutti gli altri casi, si parla soltanto dello Spirito Santo. Questo non lo stiamo facendo perché i tre casi di cui sopra non hanno niente a che vedere con lo Spirito Santo, ma solamente per portare a conoscenza del lettore, la forma con la quale le due parole in questione vengono presentate nella Bibbia.

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Tenendo come punto fermo e definitivo Giovanni 4:24 in cui viene affermato: «Iddio è spirito», non possiamo minimamente pensare che tutti quei passi in cui si parla dello Spirito di Dio, si debba intendere come se Dio e il suo Spirito, siano due entità separate, come se si trattasse di essenza composta, nel senso che Dio che è Spirito nella sua natura, abbia un altro Spirito separato da quello stesso Spirito che Egli è.

Non si possono ignorare tutti quei passi in cui si parla specificatamente dello Spirito Santo, come non avendo alcun'importanza, o come se si dovesse leggere una qualsiasi frase. Non si tratta neanche di un puro fenomeno occasionale e tanto meno quanto i vari scrittori della Bibbia usavano questa frase, senza rendersi conto di quello che stavano scrivendo o che facessero confusione nello scrivere una cosa per un'altra. Se crediamo che gli scrittori della Bibbia furono ispirati, dobbiamo anche convenire che la frase: «Spirito Santo», non la usarono per riferirla solamente a Dio Padre e a Gesù Cristo. Ciò non avrebbe avuto nessun senso, se con il loro modo di esprimersi avessero seminato confusione, mal comprensione e dare adito a diverse interpretazioni. Ma se la frase venne usata nel senso che essa veramente ha, allora è chiaro che non bisogna sminuire il valore del suo contenuto, sia per quanto riguarda la sua forma e la sua sostanza.

Inoltre, se si accetta che lo Spirito Santo è Dio, va da sé che anche Lui, non ha una forma e un corpo fisico. Tutte le volte che le Scritture, parlando dello Spirito Santo, lo presentano con una forma e un corpo fisico, bisogna ricordarsi e intendere quelle Scritture nel senso che, in particolari circostanze e situazioni, lo Spirito Santo, per farsi vedere dall’occhio fisico umano, ha dovuto prendere la forma di un corpo fisico. L’esempio classico, per esempio, è costituito da quello che accadde al Giordano, al battesimo di Gesù. Il testo evangelico precisa:

Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui (Matteo 3:16; Marco 1:9-10).

Tutto ciò si verificò per il semplice il fatto che, Dio, nel dare il mandato a Giovanni Battista di compiere la sua missione di precursore del Messia, Gesù Cristo, gli aveva dato un segreto, e Giovanni, in quella circostanza, vide l’adempimento di quanto Dio gli aveva predetto. Ecco la sua testimonianza:

Questi è colui del quale dicevo: "Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me".
Io non lo conoscevo; ma appunto perché egli sia manifestato ad Israele, io sono venuto a battezzare in acqua».
Giovanni rese testimonianza, dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui.
Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare con acqua, mi ha detto: "Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo".
E io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio»
(Giovanni 1:30-34).

Per meglio approfondire e comprendere il testo sopra citato, sia dal punto di vista narrativo, ma anche soprattutto dal punto di vista teologico, è necessario tenere in debito conto i termini che vengono usati. Il testo precisa che il Battista vide i cieli aprirsi, lo Spirito scendere dal cielo come una colomba, e fermarsi su di Gesù. Indubbiamente, non sarà stato il solo Giovanni e vedere quella scena; l’avranno osservato anche le persone che in quel giorno si trovarono al Giordano, visto che molte persone andava al Giordano per farsi battezzare dal Battista, anche se il testo non lo specifica.

Tenuto conto che stiamo esaminando la testimonianza del Battista, ai fini della nostra riflessione, valgono soprattutto le sue parole. Il vedere di Giovanni, non deve essere inteso in senso spirituale, bensì in senso fisico, cioè i suoi occhi fisici hanno visto. Il fatto stesso che i cieli si aprirono, denota, non solo un nuovo evento, ma anche che prima di quell’evento erano chiusi.

C’era un preciso motivo perché i cieli dovevano aprirsi, non solo per sentire quella voce: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto» Matteo 3:17), parole che precisavano che quell’uomo che era stato battezzato da Giovanni, non era una comune persona, si trattava, infatti, del Figlio di Dio, che il Padre presentava e definiva il Suo compiacimento. Tutto questo, naturalmente, per significare e nello stesso tempo per avvertire che, questo Suo Figlio, doveva essere ascoltato, in tutto quello che Egli avrebbe detto.

Il motivo però, non era solamente quello: si doveva verificare l’adempimento di quanto Dio aveva detto al Battista. Ecco perché i cieli si aprono per fare scendere lo Spirito. Lo Spirito, cui parla il testo, è senza dubbio lo Spirito Santo. Il termine scendere, non indica solamente un movimento, dall’alto in basso, vuole anche significare che quello che discende, non è un qualcosa di astratto, d’invisibile, che non può essere percepito dai sensi umani; è un qualcosa paragonato ad un oggetto che si può osservale con occhi fisici. Se il termine scendere non avesse questo significato, la parola in questione, non solo, sarebbe priva di senso, ma non avrebbe neanche nessun valore nel contesto del racconto evangelico.

Vedere lo Spirito. Siccome lo Spirito Santo è Dio, e come tale non ha una forma e un corpo fisico, per ragione e coerenza e di logica, non è possibile vederlo. Intanto, il testo precisa che, Giovanni vide lo Spirito scendere. Che la sua testimonianza è verace, nel senso che egli sta affermando di aver realmente visto, non può essere messa in dubbio: è incontestabile. La prova del suo vedere sta nel fatto che, quello che egli ha osservato scendere dal cielo, era nella forma corporale di una colomba. Che cosa significa ciò? È forse lo Spirito Santo una colomba? Assolutamente no! Se nel giorno del battesimo di Gesù, lo Spirito Santo si fece vedere, principalmente da Giovanni Battista (senza escludere quelli si trovavano al Giordano in quel giorno) è stato essenzialmente perché lo Spirito, in quella particolare circostanza, prese la forma corporale di una colomba. Solo in questa maniera lo Spirito Santo poteva essere visto. Se Egli non avesse preso quella forma corporale, nessuno l’avrebbe mai potuto vedere.

Per dare forza alla spiegazione data, il passo in questione specifica che, quello che il Battista ha visto, cioè lo Spirito in forma corporale di una colomba, si è fermato su di lui, cioè Gesù. Fermarsi, sta significando un oggetto in movimento al termine di un percorso. Tenuto conto che scendere, significa un movimento dall’alto in basso e fermarsi, un movimento che termina la sua corsa o il suo tragitto. Lo scopo principalmente di quella scena-evento, mirava una singola persona: Gesù Cristo. Senza quel segno visibile, il Battista, non solo non avrebbe avuto modo di verificare l’esattezza della parola di Dio rivoltagli, ma neanche avrebbe posseduto la certezza che, quel personaggio, di nome Gesù, che aveva battezzato in quel giorno, su cui si era fermato lo Spirito in forma corporale di una colomba, era il Figlio di Dio. Se Egli ha potuto testimoniare quello che si legge nel vangelo di Giovanni, è stato, senza ombra di incertezza, con riferimento a quello che egli ha osservato al battesimo di Gesù.

1) Passi riportati nell'Evangelo di Matteo

1:18:
Or la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe; e prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo.

Che quello che era in Maria, era opera esclusivamente dello Spirito Santo, viene confermato e chiarito con le seguenti parole:

Ma mentre aveva queste cose nell'animo, ecco che un angelo del Signore gli apparve, dicendo: Giuseppe, figliolo di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, è dallo Spirito Santo (v. 20).

Questi testi ci parlano di un'opera e di un'azione totalmente spettaari ed anche uniche nel loro genere, che stentiamo a credere come si possa fare a non vedere i segni inconfondibili della personalità dello Spirito Santo. Se tu, Maria, ti trovi incinta, prima di venire ad abitare con Giuseppe, tuo promesso sposo, lo sei solamente per l'opera che lo Spirito Santo ha compiuto in te. È proprio questo Spirito Santo, nella sua individualità e con la sua capacità di aver «generato» in te, quello che sarà chiamato Gesù = Salvatore; Emmanuele = Dio con noi.

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26/07/2011 00:16

3:11:
Ben vi battezzo io con acqua, in vista del ravvedimento, ma chi viene dietro a me è più forte di me; ed io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e fuoco.

I tre testi paralleli di Marco 1:8; Luca 3:16 e Giovanni 1:33, presentano lo Spirito Santo nell'identica formula. Che l'en di questi testi venga reso: con e nello, non cambia niente ai fini dell'individuazione. Infatti, è Gesù che battezza con o nello Spirito Santo. Questi testi paralleli ci presentano lo Spirito Santo come uno strumento nelle mani di Gesù, non uno strumento passivo ed inerte.

12:32:
Ed a chiunque parli contro il Figliol dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quell'avvenire.

Lo stesso dicono (Marco 3:29 e Luca 12:10), trattandosi di passi paralleli.

È difficile poter spiegare questi testi, quando non si crede alla personalità dello Spirito Santo. Si noti che il «parlar contro» il Figliolo e lo Spirito Santo, ha lo stesso significato, perché la frase è applicata all'uno e l'altro. Se il Figliolo è una persona, e in conseguenza può essere maltrattato, lo deve essere anche per forza lo Spirito Santo. Non esiste altra alternativa spiegazione, coerente e logica, che spieghi questa frase. Una forza attiva, o una manifestazione o emanazione, non può essere offesa. Tutto ciò che è impersonale non può essere offeso né parlargli contro.

28: 9:
Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo.

Già abbiamo dato spiegazione di questo testo; vogliamo solamente aggiungere che qui non viene detto: Battezzandoli «nei nomi», bensì nel nome. C'è parità tra il Padre, il Figliolo e lo Spirito Santo per quanto riguarda la natura e l'onore, mentre c'è distinzione per quanto riguarda la personalità.

2) L'evangelo di Marco

Dopo avere ricordato Marco 1:8 e 3:29, ricordiamo anche:

13:11:
E quando vi meneranno per mettervi nelle loro mani, non state innanzi a ad in sollecitudine di ciò che avrete a dire, ma quello che vi sarà dato in quell'ora; poiché non siete voi che parlate, ma lo Spirito Santo.

Se lo Spirito Santo parlerà nel giorno in cui gli apostoli saranno condotti davanti ai tribunali per essere giudicati, è chiaro che qui lo Spirito Santo assume la funzione di un avvocato che interverrà in favore dei suoi accusati. Solo una persona può svolgere simili mansioni.

12:36:
Davide stesso ha detto per lo Spirito Santo: il Signore ha detto al mio Signore, siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi.

Davide aveva detto quelle parole che Gesù cita, perché lo Spirito Santo l'aveva fatto parlare in quel modo. In altri termini, Gesù attribuisce allo Spirito Santo, le parole di Davide. Se lo Spirito Santo aveva messo in bocca a Davide le parole di Marco 12:36 (che sono una citazione del Salmo 110:1), ciò serve a dimostrare il segno della sua personalità.

3) L'Evangelo di Luca

1:15:
Poiché sarà grande nel cospetto del Signore, non berrà né vino né cervogia, e sarà ripieno dello Spirito Santo fin dal seno di sua madre.

1:41:
E avvenne che com'Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno, ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo.

4:1:
Or Gesù, ripieno dello Spirito Santo, se ne ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per quaranta giorni.

1:67:
E Zaccaria, suo padre, fu ripieno dello Spirito Santo e profetizzò.

Questi passi hanno lo stesso significato: lo Spirito Santo viene presentato come chi riempie di se stesso le persone, in virtù del quale possono parlare ed esprimere sentimenti di gioia. Il riempire, denota per se stesso, un'azione cosciente e personale.

1:35:
E l'angelo, rispondendo, le disse: lo Spirito Santo verrà su da te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò ancora il Santo che nascerà, sarà chiamato Figliol di Dio.

In questo testo lo Spirito Santo viene presentato come chi verrà, in virtù del quale Maria potrà concepire e partorire chi sarà chiamato Figliolo di Dio. L'opera che compirà lo Spirito Santo in Maria, sarà una delle tante azioni Divine.

2:25:
Ed ecco, v'era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; e quest'essere umano era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d'Israele; e lo Spirito Santo era sopra di lui.

Che questo Spirito Santo non era come il vento, il soffio, un'influenza o un'emanazione, è testimoniato dalle parole:

E gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non vedrebbe la morte prima d'aver veduto il Cristo del Signore (v.26).

Se questo Spirito Santo aveva parlato a Simeone in una maniera specifica, questa è una prova della sua personalità.

3: 22:
e lo Spirito Santo scese sopra di lui, in forma corporale come di colomba.

Anche se lo Spirito Santo viene presentato in «forma corporale di colomba», non si deve pensare a quest'uccello come una personificazione dello Spirito Santo. Per meglio capire quest'espressione e del perché lo Spirito Santo assunse quella forma, che era appunto un aspetto visibile, è opportuno ricordare le parole del Battista:

Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare con acqua mi disse: colui sul quale vedrai scendere lo Spirito e fermarsi su di lui, è quello che battezza con lo Spirito Santo (Giovanni 1:33).

Che questo testo parli di una specifica rivelazione che Dio diede al Battista, è chiaramente affermato. Non sappiamo quando gli venne data questa rivelazione, se all'inizio del suo ministero o quando si teneva nella regione montuosa della Giudea, durante l'attesa di presentarsi al popolo d'Israele. È certo però, secondo Giovanni 1:33 che se lo Spirito Santo si fermò sopra Gesù, in forma corporale di colomba, nel momento che Gesù si fece battezzare dal Battista, era essenzialmente per il segno che Dio aveva dato a Giovanni, in virtù del quale poté proclamare Gesù «il Figlio di Dio».

10:21:
In quella stessa ora, Gesù giubilò per lo Spirito Santo, e disse: io ti rendo lode, o Padre Signor del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai pici fanciulli.

Non è una meraviglia che Gesù Cristo ha giubilato per lo Spirito Santo, dato che dallo stesso era stato riempito. Questa gran gioia che Gesù manifestava in quel giorno, era stata prodotta in lui dallo Spirito Santo. Non era soltanto Gesù che agiva in maniera cosciente e consapevole; lo era anche lo Spirito Santo, che causava e procurava quel giubilo; le persone che lo circondavano, lo potevano notare, e Luca particolarmente, per divina ispirazione, poté scrivere da dove veniva quella manifestazione gioiosa.

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27/07/2011 00:25

11:13:
Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri Figlioli, quanto più il Padre vostro celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!

Il significato di questo testo può essere maggiormente valorizzato, se viene messo in parallelo con un comune padre che, pur essendo malvagio, sa dare «buoni doni» al proprio Figliolo.

12:12:
Perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quell'ora stessa le cose che dovrete dire.

Nel passo parallelo di (Marco 13:11), lo Spirito Santo viene presentato come un avvocato che parla in difesa dell'accusato; mentre (Luca 12:12), lo presenta come un maestro. Il fatto stesso che lo Spirito Santo insegnerà, in quella particolare circostanza nella quale verranno a trovarsi gli apostoli è una schiacciante prova della sua personalità. Più tardi Giovanni approfondirà questo discorso, quando presenterà lo Spirito Santo come un vero e proprio insegnante.

4) L'Evangelo di Giovanni

1:33:
...è quello che battezza con lo Spirito Santo, è stato esaminato con (Luca 3:22).

7:39:
Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto chi avrebbe creduto in lui; lo Spirito Santo, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

Questa è una promessa destinata a tutti quelli che crederanno in Gesù, come più tardi dirà chiaramente Pietro (Atti 2:38). Pensare che i credenti avrebbero ricevuto un'influenza o una forza astratta, e non una reale persona, non corrisponde con (Giovanni 14:26), specialmente con quello che farà il Consolatore (Giovanni 16:8).

14:26:
Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che vi ho detto.

La cosa che dobbiamo notare in questo testo è che il Padre manderà lo Spirito Santo. Più tardi Gesù ricorderà che sarà lui stesso che lo manderà (Giovanni 15:26). Se si accetta che il Padre ha mandato Gesù Cristo, quale suo Figliolo e che questo Figliolo è una reale persona, ne deriva, come conseguenza logica, che anche lo Spirito Santo deve essere una reale persona, per il fatto che questo Spirito Santo dovrà insegnare e rammentare, dovrà quindi compiere una missione, compiere un'opera. La caratteristica essenziale ed unica che Giovanni presenta nel suo Evangelo è di chiamare lo Spirito Santo paracletos, il cui significato è: persona chiamata in aiuto, inviato, difensore, avvocato.

Il termine paracletos, Giovanni lo menziona quattro volte e sempre riferito specificatamente allo Spirito Santo. Ecco qui di seguito i quattro testi.

1) 14:16:
E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo.

2) 14:26:
Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che vi ho detto.

3) 15:26:
Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre mio, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me.

4) 16:7:
Egli v'è utile che io me ne vada; perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.

C'è un altro solo caso nel N.T. in cui il termine paracletos è specificatamente riferito a Gesù Cristo. 1 Giovanni 2:1:

Figlioletti miei, io vi scrivo queste cose affinché non pecchiate, e se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il padre, cioè Gesù Cristo, il giusto.

Ora, cerchiamo di esaminare i quattro testi di Giovanni intorno al paracletos, per cercare di capire che cosa voleva dire Gesù quando parlando dello Spirito Santo lo chiamava con questo nome. Non è nella nostra intenzione affrontare l'argomento per quanto riguarda il paracletos, né del suo sviluppo semantico, e tanto meno indagare la sua derivazione, per giustificare l'uso nel N.T. Per chi vuole approfondire la conoscenza a riguardo di questo termine greco e la sua implicazione teologica, possiamo indicare [J. Behm, GLNT, (Grande Lessico del Nuovo Testamento), Vol. IX, 675-716] J. Behm e R. Schnackenburg [R. Schnackenburg, Il vangelo di Giovanni, III, pagg. 222-245].

Il nome Consolatore, da paracletos, che le tante versioni rendono, non può essere usato per indicare una forza, influenza astratta e impersonale.

Già abbiamo fatto notare che 1 Giovanni 2:1, pur usando il termine paracletos, in quel testo tradotto «avvocato», viene usato per il Cristo. Quando Giovanni 14:16 afferma, a proposito dello Spirito Santo, che il Padre manderà «un altro Consolatore», tenendo presente che queste parole le disse Gesù, è abbastanza chiaro, che quel «altro» che verrà, dovrà occupare il posto di Gesù, dato che lo stesso sta per lasciare i suoi discepoli. La parola greca usata in questo testo è allos che significa: lo stesso tipo di un altro. Lo Spirito Santo, il Consolatore, avrebbe dovuto sostituire Gesù Cristo, restando in perpetuo nella vita dei suoi discepoli. Se questo Gesù era un Consolatore ed era una reale persona, l'altro Consolatore che sarebbe venuto, dato che era dello stesso tipo del primo, doveva essere necessariamente una reale persona come lo era Gesù. Nessun'influenza impersonale avrebbe potuto occupare il posto di Gesù Cristo, la più gran personalità che non sia mai vissuta.

Giovanni 14:26 afferma che il Consolatore, lo Spirito Santo, insegnerà e rammenterà, due caratteristiche di una reale persona. Che cosa potrebbe insegnare e rammentare una forza astratta ed impersonale? D'altra parte, se Gesù non sapeva quello che diceva, non vi sembra che Egli sarebbe stato il più gran confusionario che sia mai esistito tra agli uomini? E come si potrebbe aver fiducia nella sua parola quando egli stesso che la pronunciò non si rendeva conto di quello che diceva? Questa è una dimostrazione inconfutabile che Gesù sapeva che lo Spirito Santo non era una forza astratta ed impersonale, altrimenti non avrebbe detto, in maniera dogmatica:

Il Consolatore, lo Spirito Santo, vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che vi ho detto.

Giovanni 15:26 afferma che il Consolatore testimonierà di Gesù. Che la testimonianza che rende il Consolatore di Gesù sia significativo ed importante, ai fini della nostra indagine, è confermata dal fatto che anche i discepoli di Gesù gli rendono testimonianza. Le due testimonianze sono in perfetto parallelismo. Se i discepoli sono delle vere persone, anche lo Spirito Santo deve essere una reale persona, perché svolge la stessa attività di testimonianza.

Giovanni 16:7 afferma che questo Consolatore, una volta venuto, non avrà soltanto il compito di insegnare, rammentare, testimoniare, ma svolgerà anche il ruolo di «convincere il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio». Lo stesso Consolatore che al v. 13 è chiamato: «Lo Spirito della verità», guiderà i credenti in tutta la veridicità; annunzierà le cose avvenire e glorificherà Gesù. Tutte queste attività che il Consolatore, lo Spirito Santo svolgerà, sono segni distintivi ed inconfutabili della sua personalità. Infine, c'è un'altra caratteristica importante che Giovanni menziona nel suo evangelo: il pronome personale che viene usato per lo Spirito Santo.

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28/07/2011 00:15

Nei testi che abbiamo citato, precisamente: Giovanni 14:26; 15:26; 16:8,13,14 il greco adopera ekeinos = pronome maschile, Egli, Lui. Il pronome maschile, Egli, Lui, non viene mai usato per una forza astratta impersonale, ma sempre per una reale persona.

20:22:
E, detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo.

Le parole, «soffiò», ci ricordano Genesi 2:7. Lo Spirito che gli apostoli ricevono, dovrà essere il loro compagno inseparabile (Giovanni 14:16). Il rimanere per «sempre con voi», è inspiegabile, privo di un qualsiasi senso, quando si definisce lo Spirito Santo un soffio, un vento, una forza astratta impersonale.

5) Il libro degli Atti

Questo libro menziona lo Spirito Santo, più di ogni altro testo del N.T. L'espressione Spirito Santo, viene menzionata quarantadue volte, nei suoi 28 capitoli. Di per se, questa nota statistica dice molto di più di una semplice frase.

Infatti, oltre a chiamare questo libro «Atti degli apostoli», si potrebbe benissimo, e con ragione, intitolare: «Gli Atti degli apostoli per mezzo dello Spirito Santo». Lo scopo principale di questo libro non è solo quello di parlare dell'attività degli apostoli e delle molteplici manifestazioni, anche se ciò è la nota dominante di tutto il libro, ma è soprattutto, in maniera evidente, la narrazione dell'opera dello Spirito Santo, così come ha operato nell'era apostolica.

Tenendo presente quest'elemento, l'espressione «Spirito Santo», acquista più importanza, dal momento che vuol far conoscere quello che fece nella Chiesa del primo secolo. In definitiva, non si tratta di analizzare e valutare solamente l'attività missionaria degli apostoli, in accordo al grande mandato di Gesù, secondo Matteo 28:19, ma soprattutto vedere come questi apostoli agivano e chi era praticamente chi li faceva agire in quel modo. Se crediamo che lo Spirito Santo è stato l'ideatore e il propulsore di tutte le attività missionarie degli apostoli, non sarà difficile cogliere il vero significato delle molte volte che Luca lo menziona. D'altra parte, Luca non poteva cominciare il suo racconto meglio di così:

Nel mio primo libro, o Teofilo, parlai di tutto quello che Gesù prese e a fare e ad insegnare, fino il giorno che fu assunto in cielo, dopo aver dato per lo Spirito Santo dei comandamenti agli apostoli che aveva scelto (Atti 1:1,2).

Già nel suo evangelo, Luca, aveva parlato abbondantemente di Gesù, com'egli dice, di tutto quello che egli aveva fatto ed aveva insegnato, fino il giorno della sua ascensione. A questo punto però Luca, da bravo narratore e da impeccabile interprete, vede nel comando che Gesù diede agli apostoli, che aveva scelto, l'azione dello Spirito Santo, non in una formula velata ed oscura, ma chiara e precisa. Se Cristo diede ai suoi apostoli un preciso comando, lo diede «per lo Spirito Santo».

Questo particolare non deve essere ignorato né sottovalutato, specie nel libro degli Atti, perché esso getta molta luce e ci fa capire come Luca considerava lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Luca sapeva molto bene che Gesù era stato concepito per opera dello Spirito Santo e che lo stesso Spirito Santo, era anche colui che l'aveva riempito (Luca 4:1). Per Luca, la presenza dello Spirito Santo nella vita di Gesù non era passiva, ma attiva, dandogli tutte le direttive concernenti lo svolgimento del ministero, ivi compreso gli ordini che il Cristo diede agli apostoli prima di ascender al cielo.

Se questo Spirito Santo fosse una forza astratta, impersonale, come faceva Luca ad usarla per descrivere un'azione personale? Dare ordini per lo Spirito Santo, è più di una semplice espressione; è mettere in evidenza l'azione causale dello Spirito Santo nella vita di Gesù Cristo. Al verso 5, Luca riporta la promessa che Gesù fece ai suoi apostoli quando dice loro:

Poiché Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni.

Continuando la descrizione di questa promessa, Luca scrive la spiegazione e l'importanza di questo battesimo con lo Spirito Santo, quando dice:

Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra (Atti 1:8).

Non è difficile capire che la potenza che gli apostoli avrebbero ricevuto per compiere la loro testimonianza nei confronti di Gesù, aveva dovuto al fatto che lo Spirito Santo sarebbe venuto in loro, in virtù del quale venivano resi idonei per quel ministero. Agli stessi apostoli Gesù aveva affermato che il Consolatore, lo Spirito Santo, una volta venuto, avrebbe testimoniato di Lui unitamente a loro (Giovanni 15:26). In questo testo di (Atti 1:8), ci viene presentato una promessa per quanto riguarda l'adempimento della parola di Gesù.

Il discorso che Pietro tenne davanti a circa 120 persone in occasione della nomina di Mattia al posto di Giuda Iscariot, è significativo per il fatto che ricordando le parole di Davide, (Salmo 41:9; 55:12) Pietro affermò che se Davide parlò di Giuda, che fu la guida di coloro che arrestarono Gesù (Atti 1:16), fu perché lo Spirito Santo gli fece fare quella profezia.

Doveva arrivare il giorno della Pentecoste perché la promessa di Gesù si adempisse. Infatti, Luca, scrive:

E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi (Atti 2:4).

Il Consolatore era già venuto, la promessa di Gesù si era adempiuta, ora gli apostoli, hanno ricevuto la potenza, sono stati riempiti, possono a tutto potere rendere testimonianza di Gesù e di tutto quello che Egli fece, ivi compresa la sua risurrezione dai morti. Gli apostoli non sono più quegli esseri, che prima della Pentecoste si riunivano in un luogo dove le porte erano serrate per timore dei Giudei (Giovanni 20:19), ma sono ora quelle persone riempite dello Spirito Santo che senza alcuna paura fanno sapere a tutti, quello che si era verificato in quel giorno e quello che Gesù aveva fatto, per ogni persona che accettava il suo messaggio.

Pietro non ha alcun'incertezza quando può affermare, come spiegazione, non solo della profezia di (Gioele 2:28-32), ma anche e soprattutto di quello che Gesù aveva compiuto.

Egli (Gesù) dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite (Atti 2:33).

A tutti quelli poi che avrebbero ascoltato e avrebbero ricevuto il messaggio, Pietro aggiunse:

Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; e voi riceverete il dono dello Spirito Santo (Atti 2:38).

Quello che noi in questo giorno abbiamo ricevuto, voleva dire Pietro, lo potete ricevere anche voi; perché lo stesso Signore che lo ha dato a noi, lo darà anche a

voi, ai vostri Figlioli, e a tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signor Iddio nostro ne chiamerà (Atti 2:39).

Più grande di così non poteva essere resa la testimonianza di Gesù: gli apostoli e lo Spirito Santo.

Quando Luca descrive la vita dei singoli apostoli, non perde tempo a presentarli come persone ripiene dello Spirito Santo.

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29/07/2011 00:11

Allora Pietro, ripieno dello Spirito Santo, disse loro: rettori del popolo ed anziani... (Atti 4:8),

e dopo di aver raccontato il maltrattamento che Pietro e Giovanni subirono da parte del Sinedrio, Luca osserva:

Ed essi, uditele, alzarono di pari consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore, tu sei colui che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; colui che mediante lo Spirito Santo, per bocca del padre nostro e tuo servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto le genti, e hanno i popoli divisate cose vane? (Atti 4:24,25).

In questa preghiera che gli apostoli innalzarono a Dio, vengono ricordate le parole del (Salmo 2:1,2), attribuite a Davide. La cosa più importante da tener presente è che se Davide disse quelle parole, fu perché lo Spirito Santo lo fece parlare in quel modo. Se lo Spirito Santo ispirò Davide, questa è una prova che egli non è una semplice forza astratta, ma una reale persona. Al termine della preghiera innalzata con tanto fervore a Dio, Luca precisa:

il luogo dove erano radunati tremò e furono tutti ripieni di Spirito Santo, e annunziavano la parola di Dio con franchezza.

Nel giro di poco tempo, gli apostoli vennero sottoposti ad una seria prova, che metteva a fuoco la presenza dello Spirito Santo in loro. La Comunità dei credenti viveva in un'atmosfera di quiete e godeva la più profonda ed estesa comunione fraterna. Coloro che avevano delle proprietà, li vendevano e il ricavato veniva portato ai piedi degli apostoli, perché tutti potessero usufruirne il beneficio. Fu in questo spirito e in quest'atmosfera che Anania, con Saffira sua moglie, vendé una loro possessione, e detratta una parte della vendita, portarono la rimanenza agli apostoli perché fosse messa in comune. A questo punto Luca scrive:

Ma Pietro disse: Anania, perché ha satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del prezzo del podere? (Atti 5:3).

Si noti bene che non sarebbe stato soltanto lo Spirito Santo che riempie le persone; Satana fa lo steso lavoro quando riempie di se i cuori degli uomini. Se a Satana non si nega la sua personalità, perché si dovrebbe negare allo Spirito Santo?

Anania e Saffira si erano concertati di dire una menzogna a Pietro, facendogli credere che il denaro che loro portavano agli apostoli, era il totale della loro vendita. Il libro degli Atti dice che Pietro era «ripieno dello Spirito Santo (Atti 4:8). Lo Spirito Santo che era in Pietro, mise a nudo la menzogna di Anania e Saffira, dato che lo Spirito Santo che era in Pietro, leggeva i segreti di quelle persone, Luca non ha nessuna esitazione nell'affermare, che Anania stava mentendo allo Spirito Santo. Come si fa a dire una menzogna ad una semplice forza astratta? Ma se quello che si chiama, da diverse parti, forza impersonale, è una reale persona, allora è possibile potergli mentire.

Andando avanti nella descrizione della vita degli apostoli, Luca accenna ad una divina liberazione dei discepoli di Cristo, per mano di un angelo del Signore. E, dopo che gli stessi apostoli furono ricondotti davanti al Sinedrio per rendere conto dell'accaduto, troviamo queste parole:

E noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono (Atti 5:32).

È chiaro che lo Spirito Santo sia nel pieno della sua attività, secondo (Giovanni 15:26), nel rendere testimonianza assieme agli apostoli. Quando Luca passa a parlare di un problema che si verificò, circa

il mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove venivano trascurate nel servizio di assistenza quotidiana (Atti 6:1),

gli apostoli portarono calma a quella situazione, incaricando sette uomini, che erano stati scelti dal «gran numero dei discepoli.

Così elessero Stefano, uomo ripieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola (Atti 6: 5).

Il discorso che Stefano fece davanti al Sinedrio, è uno di quelli, non solo che si può definire franco e coraggioso, ma anche pieno di vitalità, quella stessa potenza vitale che gli veniva dallo Spirito Santo del quale era ripieno (Atti 7:55). Ad un certo momento la scena si trasformò in una tale drammaticità che Stefano assunse una posizione così severa, da paragonarla a quella di un Pubblico Ministero che accusa in tono implacabile, con una chiara e decisa parola, da farlo gridare:

Gente di collo duro e in circoncisa di cuore e d'orecchi, voi contrastate sempre allo Spirito Santo, come fecero i padri vostri, così fate anche voi (Atti 7:51).

Se esaminiamo tutte le Scritture che Stefano citò in quella lunga requisitoria, non troviamo nessuna menzione allo Spirito Santo. Però, Stefano, fa un parallelo tra loro e i loro padri, quando afferma che sia in quel tempo che ora, in definitiva, non si contrasta niente di meno che allo Spirito Santo. Tenendo presente che lo Spirito Santo può essere contrastato, è da sciocchi pensare ad una semplice forza astratta e non ad una reale persona.

Il capitolo otto degli Atti parla di quello che si verificò nella città di Samaria, allorquando Pietro e Giovanni pregarono con imposizione delle mani, perché i nuovi convertiti, ricevessero lo Spirito Santo (Atti 8:15,17,18. Al che, Simon Mago, vedendo questo, voleva comprare il dono di Dio con denari (Atti 8:19,20).

Anania si recò nella casa di Saulo, con un preciso messaggio:

E Anania dunque andò, e entrò in quella casa; ed avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo (Atti 9:17).

Nel descrivere il progresso della Chiesa e come questa si espandeva ogni giorno, Luca non trova una migliore espressione:

Così la Chiesa, per tutta la Giudea, Galilea e la Samaria aveva pace, essendo edificata; e camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava (Atti 9:31).

Che il camminare nella consolazione dello Spirito Santo sia un segno della sua personalità, è abbastanza chiaro.

Nella casa del Centurione Romano Cornelio, Pietro rese testimonianza di Gesù Cristo, con queste parole:

La storia di Gesù di Nazareth; come Iddio l'ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com'egli andò attorno facendo del bene e guarendo tutti coloro che era sotto il dominio del diavolo, perché Dio era con lui (Atti 10:38).

Luca conclude questo racconto, con le seguenti parole:

Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udiva la parola (Atti 10:44).

Questa particolare manifestazione portò «tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro», a rimanere

meravigliati che il dono dello Spirito Santo fosse stato sparso anche sui gentili (Atti 10:45).

Fu a costoro che Pietro, disse:

Può alcuno vietare l'acqua, perché siano battezzati costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo proprio come noi? (v. 47).

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30/07/2011 00:14

Che quelle persone ricevettero lo stesso Spirito che gli apostoli avevano ricevuto nel giorno della Pentecoste, viene confermato dalle stesse parole di Pietro:

E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com'era sceso su noi da principio. Mi ricordai allora della parola del Signore che diceva: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo (Atti 11:15.16).

Di un certo Barnaba, Luca, dice:
Poiché egli era un uomo dabbene, e pieno di Spirito Santo e di fede (Atti 11:24).

La manifestazione che ci fu in una riunione della Chiesa di Antiochia, è molto interessante e significativa. Luca, che come abbiamo detto al principio, si interessa a descrivere, non soltanto il progresso missionario degli apostoli, ma anche e soprattutto le azioni dello Spirito Santo, non si lascia sfuggire niente. Raccontando come si svolsero le cose in quella Chiesa di Antiochia, per il nostro autore è molto importante.

E mentre celebravano il culto al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati (Atti 13:2).

Che questo messaggio sia venuto dalla bocca di qualche profeta ivi presente, è molto probabile. La cosa importante non è tanto sapere se il messaggio in questione venne dalla bocca di qualche profeta, quanto la precisazione (e Luca ci tiene a farla, che chi parlò e disse quelle parole per Barnaba e Saulo, fu lo Spirito Santo, che era lo stesso Spirito che li aveva chiamati a quel determinato lavoro. Perciò, non è fuori posto quando Luca afferma che Barnaba e Sauolo,

furono mandati dallo Spirito Santo (Atti 13:4),

e che lo stesso

Saulo, detto anche Paolo, era ripieno dello Spirito Santo (v. 9),

assieme ai

discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo (v. 52).

Com'è possibile attribuire simili cose ad una forza impersonale?

La cosa diventa interessante, quando Luca ci racconta intorno al primo Concilio che gli apostoli tennero a Gerusalemme per un particolare problema che era sorto. Il dibattito conciliare si svolse piuttosto acceso e vivace, e sicuramente non saranno mancate le battute spiritose. Nel corso del dibattito, Pietro, nel suo intervento, volle ricordare una sua personale esperienza che lo portava indietro nel tempo, precisamente nella casa di Cornelio.

E Dio, conoscitore dei cuori, rese loro testimonianza, dando lo Spirito Santo a loro come a noi (Atti 15:8).

Dopo che Giacomo, in qualità di presidente di quel Concilio chiuse il dibattito, si passò alla decisione. La decisione di quel Concilio doveva essere trasmessa, perché la fratellanza, sapesse quello che avevano deciso gli apostoli. Paolo, Barnaba e Sila, soprannominato Barsabba e Sila, vennero mandati in Antiochia, con lo scopo di consegnare il decreto del Concilio di Gerusalemme. Luca, da bravo storico dice:

Vi abbiamo dunque mandato Giuda e Sila; anch'essi vi diranno a voce le medesime cose. Poiché è parso bene allo Spirito Santo ed a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che è necessario; cioè: che v'asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle carni soffocate e dalla fornicazione, dalle quali ben farete a guardarvi. Sate sani (Atti 15:27-29).

In questo resoconto, a Luca interessa maggiormente far notare non solo ciò che parve bene agli apostoli, ma anche quello che parve bene allo Spirito Santo. Tutto il decreto di quel Concilio, è una chiara testimonianza, non solo del genio degli apostoli per conservare l'ortodossia, ma anche una chiara assicurazione di quello che fece lo Spirito Santo in quel Concilio. Queste non sono parole vuote e formulalistiche, sono espressioni e segni della personalità dello Spirito Santo.

Quando Luca descrivere il ministero di Paolo, questo servitore del Signore, lo fa, non solo per mettere in evidenza la completa consacrazione dell'uomo, ma soprattutto per mettere in risalto le azioni dello Spirito Santo. Attraverso i vari episodi, Luca, ha trovato spazio per raccontare, non solo le entusiasmanti opere missionarie di Paolo, ma soprattutto le attività che lo Spirito Santo compie nella vita di questo servitore di Cristo.

Quando Paolo faceva piani per svolgere la sua attività missionaria in Asia, Luca registra:

Poi, traversarono la Frigia e il paese della Galazia, avendo lo Spirito Santo vietato loro d'annunziare la parola in Asia (Atti 16:6).

Sarebbe interessante sapere come avesse fatto Paolo a capire che lo Spirito Santo gli vietava d'annunziare la parola in Asia. Avrà avuto qualche visione, come nel caso dell'uomo macedone che gli diceva: «Passa in Macedonia e soccorrici?» (Atti 16:9). Può darsi che si è verifica così; ma non ha tanta importanza sapere il particolare di questa circostanza.

Quello che a Luca interessava far notare non è tanto di svelare come fece Paolo a rendersi conto di quest'ostacolo che si presentava davanti alla sua iniziativa missionaria, quanto il fatto che in quel divieto, non era l'uomo o un'autorità politica o religiosa che agiva, c'era una distinta azione dello Spirito Santo. Paolo era diventato un abile conoscitore, non soltanto dei suoi sentimenti, del suo entusiasmo per l'evangelo o della sua forza indomabile nell'opera di evangelizzazione, ma anche e soprattutto di quello che voleva lo Spirito Santo da lui.

Quando Paolo arrivò ad Efeso, ed incontrò dei discepoli, domandò loro se avevano ricevuto lo Spirito Santo quando avevano creduto. A questo punto quei credenti risposero addirittura che neanche avevano sentito affermare che ci fosse lo Spirito Santo. Dopo che Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo venne su loro, e parlavano in altre lingue e profetizzavano (Atti 19:2-6). Che la presenza dello Spirito Santo nella vita di quei credenti manifesti certi segni distintivi, è evidente da questo testo. Quando questi segni, che sono il parlare in altre lingue e il profetizzare si manifestarono, Paolo si rese conto che quei credenti avevano ricevuto lo Spirito Santo, come l'avevano ricevuto tantissimi prima di loro.

Dato che lo Spirito Santo non era una forza astratta impersonale, nella vita dell'apostolo Paolo sapeva agire in diverse maniere, da non lasciare nessun dubbio nel cuore e nella mente del discepolo di Cristo. Luca, che si trova accanto a Paolo, un giorno sentì una profezia, per la bocca di un certo profeta, di nome Agabo, il quale affermò che Paolo sarebbe stato legato mani e piedi in Gerusalemme. A differenza di come agivano i profeti nella vecchia dispensazione, allorquando si presentavano con un messaggio da parte di Dio, e dicevano: «Così dice l'Eterno», Agabo, nel proclamare la sua profezia nei confronti di Paolo, dice:

Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei in Gerusalemme l'uomo di cui è questa cintura, e lo metteranno nelle mani dei Gentili (Atti 21:11).

Era la voce del profeta che si sentì in quel giorno e le parole uscirono dalla sua bocca. Nonostante ciò, Luca precisa che fu lo Spirito Santo che disse quelle cose. I fratelli volevano impedire Paolo di recarsi in Gerusalemme, per risparmiarlo da quei maltrattamenti, ma Paolo non volle acconsentire loro, aggiungendo che era pronto, non solo ad essere legato, ma anche a morire per il nome di Gesù (Atti 21:13).

Perché mai Paolo diceva tutto questo con tanta franchezza e con così ferma determinazione? Prima che Agabo pronunciò quella profezia, Paolo era stato avvisato di tutto quello che gli sarebbe successo, perciò non si sorprese quando sentì quella rivelazione. Luca che non trascurava questi elementi importanti nella vita e nel ministero di Paolo, scrisse:

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31/07/2011 00:28

Ed ora, io, cattivato dallo Spirito, vado in Gerusalemme, non sapendo le cose che mi avverranno in lei. Sennonché lo Spirito Santo mi testifica per ogni città, affermando che legami e tribolazione mi aspettano (Atti 20:23), (versione G. Diodati.

Lo stesso Spirito Santo che aveva parlato per mezzo di Agabo, aveva parlato ed attestato a Paolo, che legami e tribolazione l'attendevano in Gerusalemme. Quello che Luca racconta in questa parte del libro degli Atti, non sono delle favole o delle cose inventate, sono delle constatazioni con riferimento alle precise azioni dello Spirito Santo.

Agli stessi anziani della Chiesa di Efeso, ai quali Paolo si rivolgeva e faceva loro sapere intorno ai suoi patimenti, ora proclama un importante ammonimento da parte di Dio, con le seguenti parole:

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituito vescovi, per pascere la Chiesa di Dio, la quale egli ha acquistato proprio sangue (Atti 20:28).

Se è vero che gli anziani (Come vengono chiamati al v. 17), venivano scelti generalmente dalla congregazione, per voti comuni, secondo la prassi che vigeva ai tempi degli apostoli, ciò non toglie che lo Spirito Santo, avesse costituito quei vescovi-anziani, per pascere la Chiesa di Dio.

Avvicinandosi al termine del libro degli Atti, Luca ricorda un ultimo fatto della vita di Paolo, come prigioniero. Allorché i Giudei che vivono a Roma vanno in massa a trovare Paolo, nella sua casa presa in affitto,

egli dalla mattina alla sera, espone loro le cose, testimoniando del regno di Dio e persuadendoli di quel che concerne Gesù, con la legge e con i profeti (Atti 28:23).

Notando poi, che questi Giudei non sono pronti ad accettare questa buona novella dell'evangelo che Paolo annuncia loro, egli si congeda da loro con queste parole:

E non essendo d'accordo fra loro, si ritirarono, dopo che Paolo ebbe detta quest'unica parola: Ben parlò ai nostri padri per mezzo del profeta Isaia dicendo, Vai a questo popolo e di', - Voi udrete coi vostri orecchi e non intenderete; guarderete con i vostri occhi, e non vedrete; perché il cuore di questo popolo s'è fatto insensibile, - sono divenuti duri di orecchi, - e hanno chiuso gli occhi, - che talora non veggano con gli occhi, - e non odano con gli orecchi, - e non intendano col cuore, - e non si convertano, - ed io non li guarisca (Atti 28:25-27).

La cosa che Luca vuol mettere in risalto, con questa citazione, non è tanto per ricordare la profezia d'Isaia, che Paolo applica alla vita di quei Giudei in quel giorno, quanto il fatto che se Isaia parlò in quella maniera al suo tempo, fu perché lo Spirito Santo parlò in quel modo.

Come abbiamo detto all'inizio dell'esame del libro degli Atti, così ancora una volta ribadiamo: il testo degli Atti, non è un manuale che racconta solamente quello che fecero gli apostoli, il loro zelo missionario, la loro premura per proclamare l'evangelo di Cristo, l'espansione e la crescita della Chiesa, e la sua graduale organizzazione, ma è essenzialmente il libro degli Atti dello Spirito Santo, manifestati e documentati, dall'accortezza di Luca.

Ignorare queste azioni personali dello Spirito Santo, così come vengono rivelate dal libro degli Atti, significa in ultima analisi, non solo rigettare la personalità dello Spirito Santo, ma chiudere la propria vita all'azione benefica dello Spirito di Dio.

6) Le epistole di Paolo

L'espressione: «Lo Spirito Santo», nelle epistole di Paolo, non è nominata frequentemente come nel libro degli Atti. Ma quelle poche volte che viene menzionata (16 in tutto), è sempre importante ai fini di individuare i segni della personalità. Parlando dell'amore di Dio, Paolo dice:

È stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo (Romani 5:5).

A differenza di alcuni testi degli Atti che affermano che lo Spirito Santo è stato sparso sui credenti, in questo scritto ci viene affermato che lo Spirito Santo spande l'amore di Dio nel cuore dei fedeli. Questa è una constatazione importante, se si pensa che lo Spirito Santo non è una forza astratta impersonale. Una forza astratta impersonale, non può compiere quest'azione ben precisa e localizzante.

Quando poi Paolo, ci parla della sua tristezza per i suoi connazionali Giudei che non volevano accettare Gesù Cristo, come il Messia promesso dalla legge e dai profeti, egli si esprime con quest'affermazione:

Io asserisco la verità in Cristo, non mento, la mia coscienza me lo attesta per lo Spirito Santo (Romani 9:1).

Non c'era soltanto l'attestazione della coscienza di Paolo, per la condizione della nazione ebraica, c'era anche quella dello Spirito Santo, che dava più significato, mettendo nello stesso tempo in evidenza, un'azione di carattere personale.

Se poi si pensa a quello che viene detto a proposito della libertà che si ha in Cristo, per quanto riguarda il mangiare e il bere, Paolo poteva fare questa precisazione, che vuole essere anche una definizione, unica nel suo genere:
Il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace ed allegrezza nello Spirito Santo (Romani 14:17).

È molto importante, come Paolo specifichi, di non fraintendere. L'allegrezza di cui parla Paolo, si trova «nello Spirito Santo». Ciò vuol dire in ultima analisi che se non ci fosse lo Spirito Santo, l'allegrezza in questione, non avrebbe nessun motivo di esistere; ma se questo «regno di Dio» ha questi tre elementi fondamentali, che lo definiscono: «Giustizia, pace ed allegrezza», il terzo elemento, si trova totalmente legato allo Spirito Santo, che il credente non potrebbe provare e godere, se non nello Spirito e per mezzo dello Spirito Santo.

La speranza stessa, ch'è paragonata ad un'ancora (Ebrei 6:19), può abbondare mediante la potenza dello Spirito Santo (Romani 15:13). Ciò vuol dire che lo Spirito Santo, non è soltanto la fonte dell'allegrezza, ma è anche il fondamento, la motivazione per fare crescere la nostra speranza.

La stessa offerta che i Gentili offrono a Dio, diventa accettevole, essendo santificata dallo Spirito Santo (Romani 15:16). Questo vuol affermare che lo Spirito Santo non pensa solamente a fare abbondare la speranza, in virtù della quale possiamo rimanere fermi, in mezzo ad un mare in tempesta, ma provvede anche a santificare l'offerta che viene presentata a Dio. In altre parole, se non ci fosse l'azione santificante dello Spirito Santo, l'offerta dei Gentili, non sarebbe mai accettevole a Dio.

Quando l'apostolo Paolo parla ai Corinzi del corpo, viene fuori con quest'affermazione:

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? (1 Corinzi6:19).

Quando poi, Paolo parla dei doni spirituali, ci tiene ha fare alcune precisazioni:

1) Tutti i doni sono dati dal medesimo Spirito;
2) Lo Spirito distribuisce i suoi doni, come vuole.

Questo volere dello Spirito, viene messo in risalto, in una maniera così precisa, che non è possibile pensare allo Spirito Santo, soltanto come una forza impersonale, ma come una reale persona (1 Corinzi 12:11). Onde dare una maggiore spiegazione e garanzia, Paolo, puntualizza:

Perciò vi faccio sapere che nessuno parlando per lo Spirito di Dio, dice: Gesù è anatema! E nessuno può dire: Gesù è il Signore! Se non per lo Spirito Santo (1 Corinzi 12:3).

Il fatto stesso che lo Spirito Santo produce il convincimento, per proclamare: Gesù è il Signore! questo è già una dimostrazione della sua personalità, e può produrre anche:

La purità, la conoscenza, la longanimità e la benignità (2 Corinzi 6:6).

Paolo ha parlato molto di Dio Padre, del Signor Gesù e dello Spirito Santo. Per far capire che lo Spirito Santo è una reale persona, alla pari del Padre e del Figliolo, scrive:

La grazia del Signor Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2 Corinzi 13:13).

Come si può captare il concetto della «comunione», quando si definisce lo Spirito Santo «una manifestazione o un'emanazione?» Questo termine, che Paolo adopera, è più che sufficiente per affermare che lo Spirito Santo è una reale persona.

Quando Paolo parla dell’essere suggellati con lo Spirito Santo, secondo (Efesini 1:13):

In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l'evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso,

vuole appunto presentare lo Spirito Santo come sigillo, senza apportare nessun cambiamento per ciò che riguarda l’azione di suggellare secondo quello che lo stesso apostolo aveva affermato in (2 Corinzi 1:22) che è Dio colui che compie questa azione. Qui invece, lo Spirito Santo viene definito sigillo, ovviamento in senzo metaforico, perché è a mezzo dello Spirito che Dio oppone un segno di proprietà nella vita di un credente, per indicare appunto che gli appartiene.

E non contristate lo Spirito Santo di Dio quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione (Efesini 4:30).

Il fatto che lo Spirito Santo può essere addolorato, indica chiaramente, non solo che sa comprendere, interpretare bene le cose, ma prova anche la sua personalità.

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01/08/2011 00:11

Per quanto riguarda l'arrivo dell'evangelo ai Tessalonicesi, Paolo può dire:

Non è giunto a voi soltanto a parole ma anche con potenza e con lo Spirito Santo. E voi siete divenuti nostri imitatori e del Signore, avendo ricevuta la parola in mezzo a tanta afflizione con la gioia dello Spirito Santo (1 Tessalonicesi 1:5.6).

Quando Paolo parla di Dio come colui che comunica il dono del suo Santo Spirito (1 Tessalonicesi 4:8), non vuole solamente riferirsi, come quando si parla dell'uomo e del suo spirito. L'uomo è una cosa e il suo spirito è un'altra cosa. Si tenga sempre presente che Dio è Spirito, quindi, è assurdo pensare che Dio ch'è Spirito, abbia in sé un'altro Spirito, chiamato lo Spirito Santo.

Per l'esortazione che Paolo rivolge al suo diletto Timoteo:

Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi (2 Timoteo 1:14),

valgono le stesse considerazioni che abbiamo fatto per l'allegrezza e la speranza.

Infine, Tito 3:5:
Egli ci ha salvato non per opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo.

Se Paolo può indicare il rinnovamento, come un'azione operata dallo Spirito Santo, questo è un segno della sua personalità.

7) L'epistola agli Ebrei

Quei cinque riferimenti che l'epistola agli Ebrei contiene, per quanto riguarda lo Spirito Santo, è abbastanza significativo da rivelarci la personalità dello Spirito Santo.

Mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro, con dei segni e dei prodigi, con opere potenti svariate, e con doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà (Ebrei 2:4; cfr. 1 Tessalonicesi 1:5).

Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipe dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo avenire (Ebrei 6:4).

Come il credente, per la sua fede in Cristo e per le divine promesse, viene fatto partecipe della natura divina (2 Pietro 1:4), e il fatto che si è partecipi dello Spirito Santo, già in se stesso implica che colui che viene fatto partecipe, entra in una specie di comunione attiva cosciente con colui che ha dispensato la grazia.

Perciò, come dice lo Spirito Santo: Oggi se udite la sua voce, non indurate i vostri cuori come nel dì della provocazione, come nel dì della tentazione nel deserto (Ebrei 3:7,8).

Questo testo afferma che lo Spirito Santo parla, e uno può sentire oggi la sua voce. L'esortazione quindi, non mira soltanto a ricordare quello che fece il popolo d'Israele nel giorno della provocazione e nel dì della tentazione nel deserto, ma a tener presente quello che dice lo Spirito Santo alle nostre giornate, in modo che non si cada nello stesso errore del popolo d'Israele, quando non ascoltò la voce del suo Dio. Con l'indurimento del cuore, l'uomo non solo rifiuta di ascoltare la voce di Dio, ma anche quella dello Spirito Santo. Dal momento che l'uomo rifiuta di ascoltare la voce dello Spirito Santo, questi non si oppone e non si chiude davanti ad una manifestazione e davanti ad un'emanazione impersonale, si oppone e rifiuta una reale persona, che cerca in tutti i modi di fargli capire le cose essenziali per la sua vita presente e futura.

Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via del santuario non era ancora manifestata finché sussisteva ancora il primo tabernao (Ebrei 9:8).

La significazione che fa lo Spirito Santo per quanto riguarda il santuario, è già una prova della sua personalità.

E anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza (Ebrei 10:15).

Il fatto che lo Spirito Santo rende testimonianza alla parola profetica, è una prova della realtà della sua personalità.

8) Le epistole cattoliche

Anche i tre riferimenti che ci sono in questa parte del N.T, contribuiscono a rinforzare quello che abbiamo osservato fin qui, a proposito della personalità dello Spirito Santo.

1 Pietro 1:12: E fu loro rivelato che non per se stessi ma per voi ministravano quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno evangelizzato per mezzo dello Spirito Santo mandato dal cielo; nelle quali gli angeli desiderarono riguardare addentro.

La frase, ]C]«per mezzo», si può anche rendere «in virtù, per l'aiuto» dello Spirito Santo.

(2 Pietro 1:21: Poiché non è dalla volontà dell'uomo che non venne mai alcuna profezia, ma degli esseri umani hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.

Ci sembra che questa sia la più bella testimonianza del N.T. rende allo Spirito Santo, per il cenno alla profezia e agli uomini che la proclamarono. Se ciò si è potuto verificare attraverso tanti secoli, dal giorno della sua proclamazione fino il dì del suo adempimento, tutto è merito dello Spirito Santo che ha sospinto.

Giuda 20: Ma voi, diletti, edificando voi stessi sulla vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo.

Se si può pregare mediante o per mezzo dello Spirito Santo, è perché questo Spirito

sovviene alla nostra debolezza; perché noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili (Romani 8:26).

Tutto quello che abbiamo riportato dal T.N. l'abbiamo fatto per dimostrare che non è affatto vero che lo Spirito Santo venga presentato come una forza astratta, una manifestazione o un'emanazione di Dio, anche se certi testi lasciano presupporre una simile interpretazione.

Lo Spirito Santo è una distinta persona con tutti i segni e le caratteristiche che lo contraddistinguono. Il volere ignorare ciò, significa andare verso l'errore, verso l'eresia, e privarsi di una reale esperienza che può lasciare segni profondi nella nostra vita di rinnovamento, di forza e di entusiasmo per il nostro Dio e Salvatore, Gesù Cristo.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e saremo ben lieti di rispondere. Il presente scritto, con una aggiunta al testo originale, è stato tratto dal mio libro: “Il grande mandato di Gesù Cristo”. Per quanti fossero interessati all’acquisto di questo libro, lo potranno richiedere all’Editrice Hilkia, presso la quale si trova questa pubblicazione
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