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Domenico34 – Il mondo degli spiriti – Capitolo 18. Spirito dell’errore

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2011 03:34
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15/03/2011 01:55


Capitolo 18




SPIRITO DELL’ERRORE




Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta; da questo riconosciamo lo Spirito della verità e lo spirito dell’errore (1Giovanni 4: 6).

PREMESSA

Che cos’è lo spirito dell’errore? La prima e la più semplice risposta che possiamo dare è: l'opposto dello spirito di verità. Infatti, non può esserci verità se non c’è l’errore e lo stesso concetto dell’errore viene messo in evidenza solamente dalla verità.
Se la verità ci porta alla conoscenza del vero - che in fin dei conti si tratta della persona di Gesù Cristo Giovanni 14:6 -, l’errore, a sua volta, ci allontana da essa, privandoci così di vedere e conoscere, - attraverso un contatto diretto e personale - quella che potrebbe essere una essenziale esperienza, basata non semplicemente sul sentimentalismo emozionale, ma su autentiche relazioni di comunione, con la sorgente della verità, Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Se però approfondiamo l’esame del nostro testo, - cosa che cercheremo di fare in questa nostra trattazione per meglio apprezzare lo spirito della verità e discernere nello stesso tempo lo spirito dell’errore -, appare evidente che un simile approfondimento, ci porterà immancabilmente a considerare da vicino, certe fondamentali verità cristiane, alle quali l’apostolo Giovanni fa esplicito riferimento nella sua epistola.
Inoltre, nel trattare quest’ultimo capitolo, che parla appunto dello spirito dell’errore, non possiamo fare a meno di soffermarci su certe verità dottrinali ben delineate, sui falsi profeti e sui falsi insegnanti, come si manifestarono ai tempi dell’apostolo Giovanni.

1. LO SPIRITO DELL’ERRORE CON RIFERIMENTO AI FALSI PROFETI

Al tempo in cui l’apostolo Giovanni scrisse la sua prima epistola, circolavano tanti falsi profeti. L’apostolo pensando al pericolo che i credenti di allora avrebbero potuto incorrere, guidato dallo Spirito Santo, scrisse:

Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo (1Giovanni 4:1).

Anche se Giovanni afferma che i falsi profeti sono usciti nel mondo, questo non significa che la loro attività fosse rivolta alla terra. Era senza dubbio la Chiesa di Gesù Cristo che veniva minacciata da questa specie di invasione, perciò l’apostolo cercò di ergersi come una sentinella in favore del popolo di Dio, per evitare che lo stesso cadesse nelle trappole dei falsi profeti. Sarebbe sciocco pensare che i falsi profeti andassero in giro dicendo apertamente e chiaramente che erano dei falsi, senza ammettere che la loro attività sarebbe stata improduttiva.
Mentre se dicessero - come noi siamo portati a pensare - che si tratta d'inviati di Dio, con un mandato ricevuto da Lui, sarebbe stato molto più facile farsi accettare in quello che dicevano. Siccome il falso profeta come del resto il vero ha uno spirito che lo ispira e lo sorregge, - e di solito si pensa allo Spirito di Dio -, è assolutamente necessario sapere se questo spirito è da Dio o no.

Trattandosi quindi di spiriti invisibili, per conoscerli, ci vuole la luce divina e il discernimento dello Spirito Santo.
Dalla Sacra Scrittura, riscontriamo che non era solamente un profeta di Dio che diceva: Così dice il Signore..., ma lo diceva anche il falso profeta, vedi come esempio Geremia 28.

Per conoscere la veracità della sua parola, si doveva aspettare l’adempimento o no di ciò che veniva proclamato Geremia 28:9; Deuteronomio 18:22. Solo in questo modo, si era in grado di distinguere il falso dal vero. Per Giovanni che parla dei falsi profeti, - non quelli dell’Antico Testamento ma quelli del Nuovo - invece di fare riferimento alla prova che vigeva nell’A.T., esorta a provare gli spiriti.

Che significa questa sua parola? Per l’apostolo ci sono due tipi di spiriti che agiscono nella vita del profeta: quello di Dio - che equivale allo spirito di verità -, o quello che non è da Dio, - uguale allo spirito dell’errore -.
La conclusione più logica e coerente che si può ricavare, è: se un profeta non ha lo Spirito di Dio, nell’esercizio del suo ministero, ha inevitabilmente lo spirito dell’errore, che lo porta a dire cose false, non vere.
Ovviamente, la falsità di un profeta, sarà messa in evidenza, non solamente dal controllo di quello che egli dice, ma anche dal modo di condurre la sua vita, secondo l’autorevole parola di Gesù:

Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti e per frutti si intende il modo di vivere e di operare (Matteo 7:15,16).

2. LO SPIRITO DELL’ERRORE CON RIFERIMENTO AI FALSI INSEGNANTI

Ai tempi dell’apostolo Giovanni, non c’erano solamente i falsi profeti che andavano in giro, c’erano anche i falsi insegnanti che affermavano che Gesù non era venuto in carne. Questo modo di insegnare, negava recisamente la realtà dell’umanità di Gesù.
Per Giovanni, la negazione di questa fondamentale dottrina cristiana, non è soltanto un segno dello spirito dell’anticristo, ma rappresenta una seria minaccia all’integrità dell'insegnamento cristiana, per quanto riguarda l’incarnazione.
Se Gesù non era venuto in carne, in effetti, quello che ci andava di mezzo, era proprio la testimonianza apostolica che chiaramente affermava che Gesù era venuto in carne.

Un simile attacco, ovviamente, non era diretto alla vita degli apostoli, ma a quello che essi predicavano intorno a Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Davanti a questa seria minaccia contro la fondamentale dottrina cristiana, l’apostolo Giovanni non poteva rimanere indifferente e tanto meno passivo; era necessario che venisse messo in evidenza, chi guidava e sorreggeva questi falsi insegnanti nella loro attività. Ecco che Giovanni dice chiaramente:

Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta; da questo riconosciamo lo Spirito della verità e lo spirito dell’errore (v. 6).

Siccome la dottrina dell’incarnazione, che l’apostolo sostiene, è di estrema importanza, per la fede in Cristo Gesù, egli ci tiene a precisare che quelli che l’accettano che equivale ci ascoltano, conoscono Dio.
Questa maniera di esprimersi di Giovanni - anche se qualcuno la giudicava troppo severa -, in effetti, però era consimile a quello che Gesù disse ai suoi giorni ai Giudei:

Chi di voi mi convince di peccato? Se affermo la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio (Giovanni 8: 46,47).

Tra l’ascoltare di Gesù e il conoscere di Giovanni, in effetti, c’è una certa affinità, perché l’uno e l’altro concetto conducono a Dio.
Chi è da Dio, non può essere lasciato a se stesso, senza che la sua fede sia veramente in pericolo. Di conseguenza, Dio che vigila sulla vita dei suoi figlioli, interviene Egli stesso, per Suo Spirito, perché i suoi figli abbiano a conoscere lo spirito dell’errore, per non cadere nella trappola di un falso insegnamento.
Quello che valeva ai tempi dell’apostolo Giovanni, vale anche oggi, perché lo stesso spirito dell’errore, si muove e agisce con vigore, avendo sempre lo stesso scopo e la stessa finalità: rigettare lo Spirito della verità. Quando si rigetta questo spirito, si rigetta Gesù Cristo stesso, sorgente inesauribile di verità.

CONCLUSIONE

Lo studio che abbiamo condotto, sul mondo degli spiriti, oltre ad essere un campo poco conosciuto ed anche il meno scandagliato fra le tante cose che la Bibbia insegna, crediamo di poter dire, - senza avere la pretesa di avere esaurito l’argomento - che la maniera con cui l’abbiamo affrontato, non solo ci ha permesso di gettare uno sguardo sul campo della demonologia, ma soprattutto ci ha fatto conoscere in quale maniera i demoni, agiscono nella vita degli uomini.

Le forze diaboliche, che spessissimo vengono ignorate, si avvalgono dell’ignoranza e tante volte dello scetticismo dell’uomo, per svolgere la loro devastatrice attività satanica. Non deve destare meraviglia quindi se ai nostri giorni, vi sono di quelli che non credono al diavolo e tanto meno ai demoni che, sotto diversi aspetti, agiscono com'emissari di Satana, per portare rovina e desolazione nella vita degli esseri umani.

Una delle tante strategie che Satana usa con molta abilità, consiste nel fatto di persuadere le persone che egli non esiste; di conseguenza, non esistendo lui, non esistono neanche i demoni, o come spesse volte vengono chiamati gli spiriti cattivi o maligni. Come Dio non ha bisogno dell’assenso dell’uomo per esistere, allo stesso modo Satana, non ha necessità che l’essere umano crede alla sua esistenza, per affermare che egli è reale. Se noi vediamo la luce, e come tale crediamo alla sua esistenza, le tenebre stesse che sono l’opposto della luce, non possono essere negate, ma accettate come realtà indiscutibili.

Una delle maggiori attività che Gesù svolse, durante il suo ministero terrestre - che poi era il segno più evidente che caratterizzava la proclamazione del regno di Dio -, consisteva nel cacciare i demoni dalle tante persone in cui dimoravano, e ciò lo faceva nominandoli con le proprie prerogative.

A Lui non interessava se i religiosi dei suoi tempi - che spesso erano anche i suoi più agguerriti critici e scettici -, credessero o no alle realtà delle forze sataniche che agivano nella vita degli uomini. Procurando spesso malattie inguaribili, e riducendoli in condizioni disperate, senza che ci fosse per loro un barlume di speranza e una via di uscita. Gesù, non è venuto su questa terra in cerca del plauso e della gloria degli uomini; Egli non operò sotto il profilo della spettacolarità, né affermava che era venuto per iniziare un nuovo movimento religioso.

La proclamazione del regno e della volontà di Dio che manifestava in ogni attività che svolgeva, erano talmente evidenti, quanto il sollievo e la liberazione che procurava, a quanti erano malati ed oppressi dal diavolo Atti 10: 38. Ciò nonostante, è indiscutibile che con il suo avvento, si aprì una nuova era per l’umanità, sia per quanto riguarda la volontà di Dio e sia soprattutto per l’opera che venne a compiere, morendo sulla croce in favore dell’intera umanità. Attività che più tardi sarà chiaramente delineata e conosciuta sotto il nome di cristianesimo.

Questo in pratica significava che tutta l’opera di Gesù, dava una reale svolta nella vita degli uomini, conducendoli veramente a Dio, al ravvedimento e al pentimento, e, permettendo loro di verificare, l’autenticità e la validità di tutto quello che Egli insegnava e faceva, attraverso una personale esperienza.

L’opera di liberazione e di guarigione da tutte le potenze diaboliche che Cristo cominciò con la sua venuta in terra, deve essere continuata dalla sua Chiesa tra gli uomini, senza badare allo scetticismo e alle critiche che spesso in ambito religioso, si manifestano in maniera marcata e persistente.

L’umanità dei nostri tempi, al pari di quella di Gesù, è talmente flagellata dai colpi incessanti di tutto l’esercito dei demoni e degli spiriti maligni, che spesso si manifestano sotto il nome di: droga, perversioni sessuali, occultismo, malattie di diverso genere. Perciò, non si possono chiudere gli occhi davanti ad un simile bisogno. Si levino quindi coraggiosi i seguaci di Gesù Cristo, in mezzo alla moderna società, non tanto per proclamare una nuova teologia, quanto per portare aiuto, soccorso e liberazione a tutti quelli che ne hanno veramente bisogno!

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente

BIBLIOGRAFIA


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K. L. Schmidt, GLNT, Vol. 2, Paideia, Brescia
G. Tourn, I Vangeli Sinottici, claudiana, Torino
Vita pratica del N. T., Centro Biblico, Napoli

PS: Al termine dello studio se qualcuno lo vorrà avere su carta stampata, lo invito a visitare il sito: dell'Editrice Hilkia, dove potrà trovare tutte le indicazioni per ordinare il libro. Grazie!


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