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La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
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Domenico34 – Il mondo degli spiriti – Capitolo 17. Spiriti seduttori

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2011 13:20
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14/03/2011 13:20

2. I buoni consigli che vengono dati, non importa da dove provengono, devono essere presi. Ma se questi mirano a prevalere per annientare la nostra personalità, si diventa come una marionetta nella mano altrui e si agisce non con la nostra volontà, ma con quella degli altri. Un simile procedere non sarà salutare, né per la nostra vita fisica e massimamente per quella spirituale.

3. L’atteggiamento che tende ad avere il controllo e il dominio su tutti e su tutto, fu quello che manifestò Iezabel, durante gli anni della sua vita.
Questo suo comportamento rappresentò lo sfacelo per suo marito e per l’incarico che egli rivestiva come re d’Israele.
Sotto quest'aspetto, quando si parla dello spirito d'Iezabel, si vuole alludere a quello che questa donna compì.

Ai nostri giorni questo spirito è molto attivo in mezzo alla cristianità; si manifesta principalmente in chi ha delle responsabilità amministrative. Non si limita solamente per quanto riguarda l’andamento finanziario di una comunità, l’atteggiamento da tenere con la vita comunitaria; va oltre, usando la leva del potere, la trasforma in una vera e propria manipolazione, avendo di mira il controllo della vita spirituale delle persone.
Questo agire è molto pericoloso, dato che mette in evidenza il proprio egoismo, l’orgoglio, la superiorità su gli altri, e, in un certo qual senso finisce col disprezzare gli altri e sottovalutarli.
È lo Spirito del Signore che deve avere il controllo della nostra vita, nel senso pieno di questo termine.
E quando è Lui che mantiene nelle Sue mani, le redini della nostra vita, prende controllo delle varie situazioni della nostra esistenza, possiamo avere la certezza che sarà ben guidata a compiere i nostri doveri e a portare a buon fine le nostre attività ministeriali, secondo quello che c'è stato affidato.

Il testo di Apocalisse 2: 20

Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli.

Come abbiamo detto, l’Iezabel dell’Apocalisse, non era la moglie di Acab; perché quest’ultima era morta da diversi secoli, ma un’altra donna che manifestava gli stessi atteggiamenti e le stesse pretese, anche se portava lo stesso nome.
La condanna più severa di Gesù riguardava una donna di nome Iezabel, che sosteneva di essere una profetessa ed insegnava ai credenti a commettere fornicazione sacra e a mangiare carni sacrificate agli idoli. Ciò che era accettevole dalla società locale, era aborrito da Cristo.

L’abbandono della morale cristiana si verificava ormai da tempo v. 21. È possibile che la chiesa di Tiatiri avesse udito per la prima volta l’evangelo dalla bocca di Lidia, convertita attraverso il ministero di Paolo Atti 16: 14-15. È interessante notare che un’altra donna, sedicente profetessa, ora teneva la chiesa sotto la sua influenza.
Il nome Iezabel fa capire che lei corrompeva la chiesa di Tiatiri molto più di quanto aveva fatto la moglie di Acab, sua anonima, nei confronti d'Israele 1Re 16: 31-33 [John F. Walvoord, Investigate le Scritture, Nuovo Testamento, pag. 996].

La citazione dell’Apocalisse, serve per mettere in evidenza l’aspetto della seduzione che Iezabel esercitava nella comunità.
Come abbiamo detto in altra parte di questo libro, ogni forma di seduzione, riesce meglio secondo l’intento del diavolo che è anche il diretto ispiratore, quando c’è di mezzo l’aspetto religioso.
Con il pretesto di considerarsi una profetessa, Iezabel riusciva con il suo insegnamento a convincere, addirittura i servi di Cristo a vivere una vita immorale.
Commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli, rappresentava un comportamento di libertinaggio, che non curava di mantenere una buona moralità e di avere una buona testimonianza cristiana.

La tolleranza che c’era in mezzo alla comunità di Tiatiri dell’insegnamento d’Iezabel, consisteva nel fatto che c’era poco discernimento. Quando la luce della Parola di Dio non percorre strada nei sentimenti e nel cuore umano, si fa presto a credere alla menzogna e rigettare la verità.

Un simile atteggiamento che in termini moderni si chiama condiscendenza, finisce col condurre le persone ad allontanarsi dal retto sentiero e a vivere una vita di compromessi.
Come il Signor Gesù non approvò quel tipo di comportamento di allora in quella chiesa, non approva neanche oggi i tanti compromessi che si manifestano in mezzo alla cristianità dei nostri giorni.

L’esortazione che il Signore rivolse alla chiesa di Smirne: Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita (Apocalisse 2: 10), è valida per tutti i credenti di ogni epoca.

PS: Se ci sono domandare da fare, fatele liberamente e risponderemo con prontezza
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