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Domenico34 – Alcuni imperativi della Bibbia – Capitolo 5. Non seminate tra le spine

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2011 12:54
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27/02/2011 13:29


Capitolo 5




NON SEMINATE TRA LE SPINE




Così parla il SIGNORE alla gente di Giuda e di Gerusalemme: «Dissodatevi un campo nuovo, e non seminate tra le spine! (Geremia 4:3).

Nota preliminare

Il divieto di “seminare tra le spine”, viene presentato dalla Scrittura nella forma “imperativa”. Questo significa che non si tratta di un semplice suggerimento o di un normale consiglio, ma di un comando divino che va messo in pratica. Ignorarlo o non tenerne conto, ciò equivale ad essere considerato davanti a Dio, come un atto di trasgressione della Sua Parola.

Il profeta Geremia, che è stato il canale attraverso il quale Dio ci ha fatto pervenire la Sua Parola, non ha voluto impartire una lezione di agricoltura (anche se sotto questo profilo c’è molto da imparare, apprezzandone il contenuto del messaggio), ha voluto piuttosto farci comprendere che seminare tra le spine, significa, dal punto di vista pratico: sprecare in vano il prezioso tempo della semina.

Si sa, infatti, che il raccolto è strettamente collegato alla semina; sela semente non viene dispersa o soffocata, c’è la speranza che cresca, si sviluppi e maturi, con la prospettiva di raccogliere poi abbondantemente. Se invece, essa viene annientata dalle “erbacce” (e le spine lo sono), non solo ne sarà impedita la crescita, lo sviluppo e la maturazione, ma anche il raccolto sarà seriamente danneggiato, con la conseguenza che il lavoro del seminatore sarà vano, nel senso che non riceverà quella dovuta ricompensa.
Valutato in quest'ambiente, il comando di non seminare tra le spine, va tenuto in debito conto, per il semplice fatto che Dio vuole il nostro bene e c'istruisce come ottenerlo.

Un panorama di quel che la Bibbia afferma intorno alle spine

Il terreno cominciò a produrre le spine, dopo che i nostri progenitori, Adamo ed Eva, trasgredirono il comando di Dio e mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, che Egli aveva proibito di mangiare. Questo significa che se non ci fosse stata la trasgressione del comando divino, il terreno non avrebbe mai prodotto le spine.

A Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall’albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.
Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l’erba dei campi;
mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai»
(Genesi 3:17-19).

Uno degli ordini che Dio diede al Suo popolo Israele, fu quello di scacciare dal paese promesso, i suoi abitanti; se non l’avessero fatto, questi sarebbero stati come spine ai loro occhi.

Ma se non scacciate d’innanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi sarete lasciato, saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete (Numeri 33:55).

Lo stesso messaggio venne ribadito da Giosuè, dopo alcuni anni, allorché Israele venne esortato ad applicarsi risolutamente ad osservare e a mettere in pratica la legge del Signore:

…se voltate le spalle a lui e vi unite a quel che resta di queste nazioni che sono rimaste fra voi e vi imparentate con loro e vi mescolate con loro ed esse con voi,
siate ben certi che il SIGNORE, il vostro Dio, non continuerà a scacciare questi popoli davanti a voi, ma essi diventeranno per voi una rete, un’insidia, un flagello ai vostri fianchi, tante spine nei vostri occhi, finché non siate periti e scomparsi da questo buon paese che il SIGNORE, il vostro Dio, vi ha dato
(Giosuè 23:12-13).

Gedeone usò le “spine del deserto” per castigare gli uomini di Succot, che non si erano prestati a dargli aiuto per la cattura di Zeba e Salmunna.

Poi prese gli anziani della città, e con delle spine del deserto e con dei rovi castigò gli uomini di Succot (Giudici 8:16).

Davide considerava “gli scellerati” come spine che si buttavano via:
Ma gli scellerati tutti quanti sono come spine che si buttano via e non si prendono con la mano (2 Samuele 23:6).

Elifaz, parlando con Giobbe, e, riferendosi all’insensato, descrive l’affamato come persona che divora il raccolto:

L’affamato gli divora il raccolto, glielo ruba perfino dalle spine; l’assetato gli trangugia i beni (Giobbe 5:5).

Nella conclusione delle lunghe argomentazioni che Giobbe sostenne davanti ai suoi amici, egli terminò facendo riferimento alle spine invece del grano:

Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,
se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,
che invece di grano mi nascano spine, invece d’orzo mi crescano zizzanie!»
(Giobbe 31:30-40).

Il salmista, parlando delle nazioni che lo avevano circondato, si esprime nel seguente modo:
M’avevano circondato come api, ma sono state spente come fuoco di spine; nel nome del SIGNORE io le ho sconfitte (Salmo 118:12).

Salomone, parlando del pigro così si esprime:
La via del pigro è come una siepe di spine, ma il sentiero degli uomini retti è piano (Proverbi 15:19).

Riferendosi alla via del perverso, la descrive così:
Spine e lacci sono sulla via del perverso; chi ha cura della sua vita se ne tiene lontano (Proverbi 22:5).

Ed infine, ritornando a parlare del pigro, riferisce:
Passai presso il campo del pigro e presso la vigna dell’uomo privo di senno;
ed ecco le spine vi crescevano dappertutto, i rovi ne coprivano il suolo, e il muro di cinta era in rovina
(Proverbi 24:30-31).

Isaia, dal canto suo, parlando d’Israele come una vigna, così si esprime:
Ne farò un deserto; non sarà più né potata né zappata, vi cresceranno i rovi e le spine; darò ordine alle nuvole che non vi lascino cadere pioggia (Isaia 5:6).
Pronunciando poi una profezia contro Edom, afferma che:
Nei suoi palazzi cresceranno le spine; nelle sue fortezze, le ortiche e i cardi; diventerà luogo di sciacalli, un recinto per gli struzzi
(Isaia 34:13).

Geremia, parlando della devastazione di Giuda, afferma:
Hanno seminato grano, e raccolgono spine; si sono affannati senza alcun profitto (Geremia 12:13).

Il Signore, invitando Ezechiele ad alzarsi in piedi per ascoltare la Sua Parola, lo incoraggiava con le seguenti parole:
Tu, figlio d’uomo, non aver paura di loro, né delle loro parole, poiché tu stai in mezzo a ortiche e spine, abiti fra gli scorpioni; non aver paura delle loro parole, non ti sgomentare davanti a loro, poiché sono una famiglia di ribelli (Ezechiele 2:6).

Si continuerà il prossimo giorno...
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