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Domenico34 – Il comportamento dell’uomo in conformità a quel che crede – Sommario, Presentazione, Introduzione. Capitoli 1-10

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2012 00:54
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Sesso: Maschile
07/04/2012 00:06

Il migliore modo per onorare Dio, consiste nell’obbedirlo in quello che Egli dice nella Sua Parola. Questo vale, sia per le persone dell’antichità e sia per noi che viviamo nel ventunesimo secolo.

LA LEZIONE CHE SI IMPARA DA QUESTA STORIA

Gli ammaestramenti che possiamo ricavare da quello che viene narrato nel primo capitolo di Daniele, sono diversi, possono essere sintetizzati nel seguente modo:

1) In Babilonia, nella terra straniera, lontani dalla loro patria, Daniele, Anania, Misael e Azaria, seppero mantenere la loro fede in Dio e nella Sua Parola, professandola con fermezza, senza venir meno nella loro fedeltà al loro Signore. Questa loro fedeltà acquista più valore, quando si tiene conto della loro giovanissima età. Quando si è giovani, si può facilmente venir meno, soprattutto quando si pensa a quello che altri potrebbero dire di noi, specialmente quando non si tiene conto dell’evoluzione dei tempi, cioè quando non c’è un certo conformismo con l’ambiente che ci circonda.

2) La decisione che Daniele prese di non contaminarsi, non è stata presa avventatamente, cioè senza riflettere; fu certamente presa a seguito di una ponderata valutazione di quello che si presentava davanti a sé. Egli doveva fare una sceltà: o rimanere fedele alla legge del suo Signore, con tutte le conseguenze del caso, oppure conformarsi a quello che facevano gli altri, senza tener conto della Parola dell’Eterno, così da evitare critiche, biasimi, o peggio ancora, essere considerato un bigotto, un fanatico.

Egli preferì affrontare in pieno il problema con ferma determinazione, senza preoccuparsi di quello che gli sarebbe potuto accadere. Siccome egli credeva fermamente in ciò che professava, la sua professione di fede non poteva rimanere sulle sole parole, era necessario che venisse accompagnata da un’azione ben determinata e visibile.

Probabilmente, all’inizio, avrà pensato solamente a se stesso; ma parlandone con i suoi compagni, se ne accorse che, la sua determinazione ad agire nella maniera voluta, ebbe un impatto buono, ed esercitò un’influenza nella vita dei suoi amici. Nel giro di poco tempo, tutti tre si trovarono d’accordo, nel seguire l’esempio di Daniele. Infatti, tutti e quattro, decisero di non contaminarsi, rimanendo così fedeli al loro Dio e alla Sua legge.

Le buone scelte che si fanno, specialmente quando si vuole rimanere fedeli al Signore, avranno senza dubbio, ripercussioni nella vita degli altri, specie in chi vive vicino a noi.

3) La fermezza che i quattro giovani manifestarono, nel rifiutare le vivande succulenti che il re offriva loro e scegliere come cibo i legumi e acqua semplice per bere, fu motivata dalla ferma volontà di vivere la loro vita, coerentemente con quello che credevano. Il comportamento e l’agire dell’uomo, (giovane o vecchio che sia) è sempre in conformità a ciò che si crede.

La fermezza di Daniele, di Anania, di Misael e di Azaria, non fu per un certo numero di giorni, ma per tutto il tempo della loro preparazione, cioè tre anni. È ammirevole che in tutto questo tempo, la loro determinazione non vacillò, ma seppero perseverare fino alla fine. La prova di dieci giorni che offrirono al capo degli eunuchi, agì come un potente propulsore nella loro vita, e rese più forte la loro fede.

Con la forza di perseverare nelle nostre determinazioni, specie quando si ha la certezza che si agisce secondo la volontà di Dio, viene da quello che noi crediamo.

4) La buona riuscita che, Daniele, Anania, Misael ed Azaria ebbero, non fu solamente per la loro ferma determinazione a non “contaminarsi”, ma anche e soprattutto perché il loro Dio, li onorò, poiché loro onorarono Lui.
Se viviamo la nostra vita coerentemente con quello che crediamo, sia in privato che in pubblico, la nostra testimonianza che daremo, oltre ad essere a lode e gloria di Dio, sarà anche efficace nella vita degli altri.

PS: Se al termine del capitolo 5 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura


Capitolo 6




I TRE COMPAGNI DI DANIELE NELLA FORNACE




Il re Nabucodonosor fece una statua d’oro, alta sessanta cubiti e larga sei cubiti, e la collocò nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia.
Poi il re Nabucodonosor fece convocare i satrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle provincie perché venissero all’inaugurazione della statua che egli aveva fatto erigere.

Si continuerà il prossimo giorno…
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