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Domenico34 - La prima moltiplicazione dei pani – Sommario, Prefazione, Introduzione. Capitoli 1-4

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 00:07
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22/03/2012 00:25

È vero che il «giorno seguente», Gesù, fu chiaro, preciso e severo con quella stessa folla che ha mangiato il pane, quando disse loro:

In verità, in verità vi affermo che voi mi cercate non perché avete visto i segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati (Giovanni 6:26);

nondimeno, non si può negare l’effetto benefico che esercitava su quella folla, la manifestazione miracolosa di Gesù.

Gesù non faceva pubblicità per attirare le folle a sé; ma quello che faceva, era molto più efficace della moderna campagna pubblicitaria; e, senza che Gesù invitasse le persone a seguirlo, erano sempre molti a seguirlo.

Si continuerà il prossimo giorno...

4. GESÙ SALE SUL MONTE


Ma Gesù salì sul monte e là si sedette con i suoi discepoli.

La particolare menzione del monte, anche se l’evangelista non specifichi di che monte si trattasse, ha indotto gli esegeti a pensare che Giovanni non gli dia un particolare significato teologico, ad eccezione del Gherizim (Giovanni 4:20), rispetto ai Sinottici.

La «salita sul monte», senza dubbio rientrava nel piano di Gesù, fin da quando si diresse sulla sponda del Tiberiade, (per fare riposare i suoi discepoli?) altrimenti l’evangelista l’avrebbe specificato, come fece Matteo quando afferma: Ed egli, vedendo le folle, salì sul monte... (Matteo 5:1) e il suo «sedersi» con i suoi discepoli, ci suggerisce l’idea di un tempo in cui Gesù si appartò con i suoi discepoli, non certamente per rimanere indifferente e inattivo. Senza dover fare sforzi d’interpretazione, non ci troviamo qui sul «monte delle beatitudini», in attesa dei precisi insegnamenti che Gesù darà ai suoi discepoli e neppure nell’aspettativa che gli infermi saranno guariti, perché di tutto questo, Giovanni non ne fa la minima menzione. Questo però, non vuol dire che Gesù volesse rimanere passivo, senza che avesse programmato qualche cosa.

Si chiede perché mai Giovanni non menzioni la salita di Gesù sul monte, fin dall’inizio del capitolo, e si cerca nello stesso tempo di capire questa sua ascesa sul monte. C’è una tendenza di vedere una certa affinità con Mosè, per quanto riguarda la sua ascesa sul Sinai. Se questa era l’intenzione dell’evangelista, non ha torto Schnackenburg, quando afferma:

«Così Gesù appare come la guida del popolo, che opera in nome di Dio e si mostra come l’inviato di Dio» [R. Pesch, Il vangelo di Marco, I, pag. 549. Anche J. Gnilka la pensa nella stessa maniera, cfr. Il vangelo di Matteo, II, pag. 21. Condividiamo in pieno quello che dice Gnilka a proposito di quello che ha scritto Van Jersel: NT 7 (1964/65) 192s,: «Matteo rappresenta qui i discepoli di Cristo come i ministri liturgici». Questa è un’interpretazione eccessiva e non giustificata].

La menzione che la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina, (è solo Giovanni che lo riporta), viene fatta, per indicare la primavera, o per dare solamente un significato teologico al discorso che Gesù terrà sul pane della vita, in rapporto con la manna? (Giovanni 6: 31–35,58). A noi sembra che Giovanni voglia alludere alle due cose.

La menzione della Pasqua, per ciò che riguarda la durata del ministero di Gesù, ha una grande importanza, soprattutto a proposito di quelli che sostengono che l'ufficio di Gesù abbia durato solo un anno. Per quelli che avallano una simile ipotesi, questo riferimento è sicuramente molto scomodo, soprattutto quando si pensa all’altra Pasqua, durante la quale Gesù fu crocifisso (Giovanni 19:14) e a quella prima della moltiplicazione dei pani (Giovanni 2:13).

5. GESÙ VIDE LA GRANDE FOLLA E SI' PREPARA PER OPERARE

Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva da lui...).

A differenza di Marco che parla che Gesù vide la folla «come pecore senza pastore», Giovanni, si limita solamente al fatto che la gran moltitudine è diretta verso lui, e che Gesù vide questo, alzando gli occhi. Il fatto che Giovanni non dia nessun'indicazione di orario, come fanno i Sinottici, già ci dimostra che lo scopo per quest'egli inserisce questo racconto nel suo evangelo, non è quello di presentare Gesù che trascorre un’intera giornata con la folla, insegnando e guarendo, ma il Signore che compie il miracolo della moltiplicazione dei pani.

Gesù non può rimanere indifferente davanti a quello che si presenta ai suoi occhi; sa molto bene (e Giovanni ci tiene molto a precisarlo) che la gran folla «veniva da lui». Gesù non è solo; si trova assieme ai suoi discepoli seduti sul monte. Egli non aspetta che la folla arrivi da lui; già da lontano, prima che questa arrivi, comprende che quelle persone sono dirette a lui. È pertanto giustificata la precisazione che fa l’evangelista, per il fatto che la grande folla non è attratta da Pietro, da Filippo o da Andrea; è attratta da Gesù, perché è lui che fa i «segni sugli infermi».

Si continuerà il prossimo giorno...
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