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Domenico34 - La prima moltiplicazione dei pani – Sommario, Prefazione, Introduzione. Capitoli 1-4

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 00:07
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Sesso: Maschile
21/03/2012 00:33

Chi crede all’azione miracolosa divina, soprattutto quando si tiene presente il fatto che Dio può fare tutto, non si ha difficoltà ad accettare la narrazione evangelica, anche se non si trova il modo per spiegarlo col proprio raziocinio. Quando si vuole comprendere e spiegare il miracolo in se stesso, con l’aiuto della ragione, si finisce spesso col rigettarlo, per il fatto che i due campi, razionale e miracoloso, sono in opposizione reciproca. È in virtù della fede soltanto che l’azione miracolosa può apparire nella sua luminosità, senza dover ricorrere necessariamente alla ragione o farla coincidere con lei. Quando viene a mancare la fede, elemento essenziale che valorizza l’azione miracolosa, tutte le spiegazioni che si riescono a dare, non sempre sono compatibili con la logica umana e non sempre si rimane soddisfatti. A questo punto, è utile ricordare il detto della Scrittura, che suona come un imperioso nomito: Beati coloro che credono senza vedere (Giovanni 20:29).

PS: Se al termine del capitolo 3 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura



Capitolo 4




LA PRIMA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI SECONDO IL RESOCONTO DI GIOVANNI




1. Il testo

Dopo queste cose, Gesù se ne andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade. E una grande folla lo seguiva, perché vedevano i segni che egli faceva sugli infermi. Ma Gesù salì sul monte e là si sedette con i suoi discepoli. Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva da lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché costoro possano mangiare?» Or diceva questo per metterlo alla prova, perché egli sapeva quello che stava per fare. Filippo gli rispose: «Duecento denari di pane non basterebbero per loro, perché ognuno di loro possa avere un pezzetto. Andrea, fratello di Simon Pietro, uno dei suoi discepoli, gli disse: «V’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due piccoli pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?» e Gesù disse: «Fate sedere la gente!» Or c’era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette ed erano in numero di circa cinquemila. Poi Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì ai discepoli, e questi alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E, dopo che furono saziati, Gesù disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati perché niente si perda». Essi dunque li raccolsero e riempirono dodici cesti con i pezzi di quei cinque pani d’orzo avanzati a chi aveva mangiato. Allora la gente, avendo visto il segno che Gesù aveva fatto, disse: «Certamente costui è il profeta, che deve venire nel mondo». Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo (Giovanni 6:1–15).

2. Preambolo

A differenza di Matteo che indica un luogo imprecisato, denominato “posto deserto”, Marco “sito solitario” e Luca, una località definita “Betsaida”, Giovanni parla che Gesù se ne andò all’altra riva del mare di Gallilea, cioè di Tiberiade, e non viene fatta nessuna menzione del motivo essenziale dello spostamento di Gesù.

Secondo quello che hanno riferito i Sinottici, si trattava di dare un po’ di riposo ai suoi discepoli, visto che le persone che andavano e venivano da Gesù, erano tante da non permettere neanche il tempo di mangiare (Marco 6:31). Omettendo i diversi particolari dei Sinottici, Giovanni redige il racconto della prima moltiplicazione dei pani, con più scioltezza, senza essere troppo vincolato dal tempo (l’ora tarde dai particolari bisogni della folla, (gli infermi) per presentare, specie «il giorno seguente», Gesù come il «Figlio dell’uomo», che darà il cibo che dura in vita eterna (Giovanni 6:27).

Si discute se Giovanni conosceva la tradizione sinottica o se quello che egli dice debba essere considerato un documento a sé stante, vale a dire senza nessuna dipendenza dai Sinottici, e quindi pensare addirittura al resoconto giovanneo come il più originale. Indipendentemente del come inquadrare questo testo, secondo il parere degli esegeti, dobbiamo considerarlo per quello che egli dice, per capire come sono andate le cose in quel giorno.

3. LA FOLLA CHE SEGUE GESÙ

E una grande folla lo seguiva, perché vedevano i segni che egli faceva sugli infermi.

Il fatto che Giovanni precisi che questa folla che seguiva Gesù, era particolarmente attirata per i «segni» che Egli faceva sugli infermi, denota chiaramente, che i miracoli che Gesù compiva, avevano un effetto particolare sulla vita di questa folla. Che Giovanni chiami «segni», i miracoli di guarigione, rientra nel suo modo di concepire e definire le cose, dato che è accertato che solo lui adopera questo termine, si è portati a pensare essenzialmente al significato teologico che egli dava, ai miracoli di guarigione di Gesù. Indubbiamente, i «segni» di cui parla Giovanni, non solo hanno a che fare con i diversi miracoli di guarigione, ma indicano chiaramente una connotazione del ministero di Gesù, come inviato dal Padre.

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 21/03/2012 00:35]
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