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Domenico34 - La prima moltiplicazione dei pani – Sommario, Prefazione, Introduzione. Capitoli 1-4

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 00:07
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18/03/2012 00:01

Allo zoppo, che chiedeva l’elemosina alla porta Bella del Tempio, Pietro disse:

Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati a cammina! (Atti 3:6).

Al paralitico di Lidda, Pietro, disse: Enea, Gesù, il Cristo, ti guarisce; alzati e rifatti il letto (Atti 9:34).

Per quanto riguarda la risurrezione di Tabitha, il Sacro testo dice:
Pietro allora, fatti uscire tutti, si pose in ginocchio e pregò. Poi rivoltosi al corpo, disse: Tabitha, alzati! Ed ella aprì gli occhi, e, visto Pietro, si mise a sedere (Atti 9:40).

All’uomo di Listra impotente dei piedi, Paolo, disse: Alzati in piedi (Atti 14:10); mentre per la guarigione del padre di Publio a Malta, la Scrittura dice: Paolo andò a trovarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì (Atti 28:8). Come vi vede, anche gli apostoli, non usarono metodi fissi, nelle varie guarigioni che fecero nel corso del loro ministero. Più tardi Giacomo scriverà:

Qualcuno di voi è infermo? Chiami gli anziani della chiesa, ed essi preghino su di lui, ungendolo di olio nel nome del Signore, e la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo risanerà; e se ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati (Giacomo 5:14,15).

5 bIsaia «E GUARIVA QUELLI CHE AVEVANO BISOGNO DI GUARIGIONE»


Dopo di aver parlato delle guarigioni a proposito del ministero e ai metodi che Gesù usò nel guarire gli infermi, ritorniamo al nostro testo, per considerare quanto segue:

Abbiamo detto in precedenza che tra i quattro evangelisti che parlano dello stesso evento (la prima moltiplicazione dei pani), Marco non fa nessun cenno al fatto delle guarigioni. Non sappiamo perché quest'evangelista sorvoli questo particolare della manifestazione divina. Il silenzio di Marco, non deve essere però considerato com'elemento determinante per negare la realtà delle guarigioni. Su questo particolare, non si può costruire la teoria secondo la quale, se non si parla di una determinata cosa, è prova che quella idea non è mai esistita. Ci sono particolari omissioni nelle Scritture, che probabilmente in questa terra non saremo mai capaci di capire e spiegare; solo l’eternità saprà dirci come sono andate le cose.

Scontato il fatto che Gesù fece realmente le guarigioni, in occasione dell’evento della prima moltiplicazione dei pani, passiamo ad esaminarli, per cercare di capire quello che Dio vuole che noi comprendiamo.

Abbiamo affermato in precedenza che Gesù nel guarire gli infermi, compì un atto spontaneo, vale a dire non ebbe bisogno che qualcuno fece presente quale era la reale necessità di quelle persone. Fu Lui, il divino compassionevole, che vide il bisogno che c’era. È sempre Dio che vede per il primo il bisogno dell’uomo; qualunque esso sia, corporale o spirituale.

Questa considerazione dovrebbe indurci a confortarci e nello stesso tempo ispirarci fiducia in Dio, nel senso più completo che questo termine, per tutti i nostri bisogni. Se Egli sa ogni cosa, dirà qualcuno, come mai che tante volte non risponde subito ai vari bisogni dell’uomo e dei suoi figli in particolar modo? Questa domanda non dovrebbe essere usata per combattere la veracità della Parola di Dio. Non dovrebbe neanche essere sfruttata come “prova” che se Dio non dà subito quello che gli viene domandato, è segno che non si interessa del caso. Non dobbiamo mai dimenticare il detto della Scrittura:

Poiché la visione è per un tempo già fissato, ma alla fine parlerà e non mentirà; se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà (Habacuc 2:3).

Anche se questo verso di Habacuc, si riferisce specificatamente alla visione, lo stesso Dio, è chi potrebbe ritardare nel dare una risposta ad un particolare bisogno. Quando parliamo del “ritardo di Dio”, non sempre riusciamo a comprenderlo. Sovente, collochiamo l’attesa, a proposito dei nostri bisogni e non teniamo conto del piano e della volontà divina. Che cosa intendiamo dire con ciò? Semplicemente questo: per ogni cosa, Dio ha un preciso piano ed una precisa volontà da esprimere. Se Gesù ritardò nell’andare nella casa di Marta e di Maria, per guarire Lazzaro, non lo fece perché il caso non lo interessava; se Egli permise che Lazzaro morisse, lo fece affinché la sua potenza si manifestasse in misura più abbondante.

Se Gesù fosse andato subito nella casa di Lazzaro, come avrebbero voluto le due sorelle, Marta e Maria, si sarebbe visto la manifestazione della potenza di Dio, in relazione ad una guarigione; mentre il suo ritardo (non sempre apprezzato e valutato dagli stessi suoi discepoli), fu motivo di far vedere una differente manifestazione miracolosa: la sua potenza sulla morte.

Se il Signore si comporta così nelle Sue azioni, non è certamente perché non tenga conto della sofferenza in cui si trova l’uomo, o che goda nel vederlo soffrire. Niente di tutto questo! Egli agisce così, per un preciso scopo del piano della Sua Volontà, in modo che tutto alla fine risulti per la maggior gloria del Suo nome. Questo pensiero dovrebbe spingerci ad una maggiore resa nelle mani del Signore e ad una maggiore certezza che tutto è sotto il controllo di Dio e che alla fine, ...tutte le cose cooperano al bene per chi ama Dio... (Romani 8: 28).

Si continuerà il prossimo giorno...
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