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La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
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Domenico34 - La prima moltiplicazione dei pani – Sommario, Prefazione, Introduzione. Capitoli 1-4

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 00:07
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13/03/2012 00:16

Giacomo conosceva molto bene il problema della parzialità esistente in mezzo agli uomini del suo tempo, e, pensando che una simile attitudine si sarebbe potuta infiltrare tra la fratellanza, con la conseguenza di inquinare la serenità dei cristiani e di turbare la relazione della comunione fraterna, esortò la comunità a non avere la fede della gloria di Gesù Cristo, con riguardi alle qualità delle persone.

Dalle parole che questo apostolo scrisse, risulta evidente che egli è contro i favoritismi, le discriminazioni e le differenziazioni d’ogni genere. Per Giacomo, che considerava la serietà della vita cristiana, principalmente sotto l’aspetto pratico, era cosa seria e preoccupante nello stesso tempo che, l’attitudine della parzialità venisse a manifestarsi nell’ambito della fratellanza, con la conseguenza di offuscare e incrinare la stessa essenza della vita cristiana.

Notate che la fede della gloria di Gesù Cristo, si può avere con riguardi alle qualità delle persone; ma quando ciò si verifica, quella fede, così chiamata, è stata svuotata e snaturata nella sua essenza. La vera fede della gloria di Gesù Cristo, non solo non dà posto alla parzialità nelle sue svariate manifestazioni, ma la condanna come manifestazione e frutto della carne, che si oppone al piano e alla volontà di Dio.

Giacomo non è l’uomo che resta sul piano ipotetico quando esorta la fratellanza a non essere parziali, la spiega e la corrobora nello stesso tempo con un esempio pratico. Quest'apostolo non è l’uomo delle grandi affermazioni teologiche, viste dal punto di vista intellettuale e scolastico; egli è l’essere umano, che pure affermando la verità da un punto di vista teologico, scende sul terreno della vita pratica, per far comprendere meglio il vero che vuole insegnare.

Se nella vostra assemblea (o nelle vostre riunioni di culto), infatti, entra un uomo con un anello d’oro, vestito splendidamente, ed entra anche un povero con un vestito sporco, e voi avete un particolare riguardo a colui che porta la veste splendida e gli dite: Tu siediti qui in un bel posto, e al povero dite, Tu stattene là in piedi, oppure, Siediti qui vicino al mio sgabello, nonavete fatto una discriminazione fra voi stessi, divenendo così giudici dai ragionamenti malvagi? (Giacomo 2:2–4).

Ovviamente qui, l’apostolo Giacomo, non vuole assolutamente incoraggiare l’indecenza e la sporcizia; egli non vuole insegnare che se si va in un luogo di culto con vestimenti sozzi, sia una cosa da non pensarci. Se potessimo interrogare Giacomo e chiedergli un consiglio come presentarsi nell’assemblea, inteso come luogo dove si celebra il culto, sicuramente egli ci risponderebbe: con abito ordinato e pulito.

L’argomentazione che Giacomo fa, non verte tanto sulla parte visibile dell’uomo anello d’oro e vestimento splendido, quanto sull’attitudine che questi prende davanti agli elementi esterni dell’abbigliamento. Tante volte, per non dire sempre, l’uomo fa riferimento agli elementi esterni per giustificare la sua attitudine di parzialità. Non c’è nessuna giustificazione che possa convalidare la parzialità, o può farla apparire sotto un’altra veste.

L’imparzialità non discrimina gli uomini, non ha riguardi personali, non ha due pesi e due misure; li valuta nella stessa maniera, senza badare agli elementi esterni; li tratta alla stessa stregua e li valuta sullo stesso piano. Con questo ragionamento non vogliamo affatto negare l’esistenza del ricco e del povero, di chi indossa un abito lussuoso e di chi veste un vestito sozzo e a brandelli. L’uomo non deve essere trattato e valutato a proposito della sua eleganza; deve essere valutato con riferimento al fatto che egli è un essere che è stato creato all’immagine di Dio, e come tale si distingue dalle bestie e non da un altro uomo.

Se un cristiano (usiamo questo termine perché non possiamo ignorare l’esistenza della parzialità che esiste nell’ambito della cristianità) sapesse tener sempre presente quanto summenzionato, si potrebbero evitare i trattamenti e le accoglienze di stampo paternalistico, così da risparmiare tutte quelle manifestazioni che feriscono la vita di quelle persone che non possono apparire come gli altri, dal punto di vista dell’abbigliamento e dell’ornamento.

Ritornando a Giacomo, notiamo che egli è molto severo sull’argomento della parzialità. Addirittura per lui, discriminare gli uomini, a proposito di quello che si vede anello d’oro e abito splendido, equivale ad essere giudici dai ragionamenti malvagi. La parzialità non è qualcosa da lasciare correre; deve essere arginata con estrema energia e prontezza, prima che sconvolga e guasti tutto.

Impariamo ad accogliere l’uomo, sia nell’ambito della fratellanza che fuori di lei, ...come anche Cristo ci ha accolto per la gloria di Dio (Romani 15: 7). Seguiamo l’esempio e l’insegnamento di nostro Signore, Gesù Cristo, nella vita di tutti i giorni in modo che il Suo nome sia glorificato e magnificato, non solamente in noi, ma anche in altri, attraverso noi.

Con umiltà


La gran folla venne accolta da Gesù con spirito di umiltà. Non troviamo nessun segno che possa farci pensare che in quella circostanza Cristo abbia assunto un atteggiamento austero e superbo.


Si continuerà il prossimo giorno...
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