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La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
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Domenico34 - La prima moltiplicazione dei pani – Sommario, Prefazione, Introduzione. Capitoli 1-4

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 00:07
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12/03/2012 00:30

2. Preambolo

Da quello che Luca ha scritto, sappiamo che la località nella quale Gesù si ritirò in disparte con i suoi discepoli–apostoli, fu Betsaida. Non è improbabile quello che suppone H. Schürmann, cioè «Luca pensa che Gesù sia ancora sconosciuto colà, e che possa trovarvi tranquillità» [Cfr. H. Schürmann, Il vangelo di Luca, I, pag. 805]. È del tutto incerto, invece quello che dice R. Pache, cioè che Gesù «si recò in un luogo solitario, ad oriente del lago, a 3 Km circa dalla riva» [Cfr. R. Pache, Nuovo Dizionario Biblico, pag. 128].

Da quello che precisa Luca: Ma quando le folle lo vennero a sapere, lo seguirono; ed egli le accolse, ci sembra che Gesù con i suoi discepoli arrivi prima della moltitudine. Il particolare che Luca menziona intorno all’accoglienza delle folle, merita di essere considerato, non solamente perché si trova solo in quest'evangelo, ma soprattutto per l’importanza che riveste nel contesto di questa particolare circostanza. La stessa cosa dicasi per i riferimenti al “regno di Dio” e a “chi aveva bisogno di guarigione”. Questi tre elementi della narrazione di Luca, vale a dire:

L’accoglienza delle folle;
parlava loro del regno di Dio;
guariva chi aveva bisogno di guarigione,

li tratteremo separatamente, per meglio capire e valutare quello che Gesù fece e disse in quel giorno]. Luca ignora la presenza dell’erba, e menziona solamente che la folla si accomodò in gruppi di cinquanta. Anche per Luca si tratta di una folla di circa cinquemila uomini.

3. GESÙ ACCOGLIE LE FOLLE

Il particolare relativo dell’accoglienza di quella gran folla, non deve essere né ignorato né sottovalutato, per il fatto che ci permette, non solo di arricchire l’insieme del racconto evangelico, ma nello stesso tempo ci permette pure di approfondire il pensiero sul valore e sull’importanza di quest'accoglienza, soprattutto a proposito di quella particolare circostanza.

Davanti a questa manifestazione di simpatia, il gesto di Gesù ci spinge a formulare la seguente domanda: come accolse Gesù la gran folla? Conoscerne la maniera, equivale a scoprire il suo stesso cuore. Non solamente dobbiamo approfondire l’esame del nostro testo per conoscere il pensiero di Gesù, ma dobbiamo soprattutto imparare ad imitarlo nel corso della nostra vita, per ciò che riguarda le relazioni che intercorrono tra noi e gli altri, nell'andamento dell'esistenza di ogni giorno. Gesù deve essere il nostro modello, lo specchio ove rispecchiarsi e da cui trarre in atti pratici la nostra conoscenza di lui.

Senza nessuna parzialità

L’imparzialità, elemento che abbiamo messo al primo punto, è tanto importante da meritare un approfondito esame. L’imparzialità non fa nessuna distinzione, non discrimina gli uomini, catalogandoli per ceti e posizioni sociali, ma tratta tutti alla stessa stregua, senza nessun riguardo personale.

Luca precisa, come fanno del resto tutti gli altri evangelisti che quella folla era di circa cinquemila persone. Se poi si fa riferimento a Matteo che aggiunge le donne e i bambini, non è difficile pensare (come qualcuno ha suggerito) ad un numero che oscilli tra i dodici e le tredicimila unità. Accogliere questa massa di gente senza fare nessuna differenza tra loro, non sarà stata certo una cosa comune e facile nello stesso tempo.

Dal nostro evangelista, come fanno anche Matteo, Marco e Giovanni, non sappiamo il tipo di persone che componevano quella folla. Possiamo pensare (e non crediamo di trovarci tanto lontano dalla realtà) che in quella moltitudine, ci sono stati persone che rispecchiassero i diversi ceti sociali esistenti in quel tempo. Il tipo di accoglienza che Gesù riserbò loro, non è solamente meraviglioso in se, contiene anche una gran lezione, diretta a tutta l’umanità, incluse i discepoli di Gesù.

Oh! Quale gran benessere avrebbe l’umanità, se gli uomini sapessero agire nella stessa maniera come Gesù agì! La verità è che, l’umanità, attraverso tutti i secoli, non ha saputo apprezzare quello che Gesù fece ai suoi giorni. Oggi, come sempre, si hanno molti riguardi personali; molte manifestazioni di parzialità si notano in tutti i settori della vita e a tutti i livelli. Gli uomini vengono classificati secondo la loro posizione sociale, la cultura e la civiltà, cui appartiene, e non secondo un criterio di uguaglianza e d'imparzialità.

Un cristiano che presuppone di conoscere Cristo e di seguirlo, non può rimanere indifferente e freddo nel constatare la mancanza d’imparzialità in mezzo all’umanità. È molto più doloroso e tragico se quest'imparzialità viene meno nella vita dei cristiani, dei figli di Dio, e si nota lo stesso atteggiamento di parzialità, che si riscontra purtroppo nell'esistenza di chi vive nell’egoismo, lontani da Dio e del vangelo di Gesù Cristo.

A questo punto, non si può fare a meno di ricordare la calorosa esortazione di Giacomo:

Fratelli miei, non associate favoritismi personali alla fede del nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria (Giacomo 2:1).

Si continuerà il prossimo giorno...
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