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Domenico34 – Giacobbe... L’uomo trasformato da Dio –. Sommario, presentazione e introduzione. Capitoli 1-6

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2011 00:14
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Sesso: Maschile
15/12/2011 00:14

A questo punto i commentatori fanno rilevare che, come Giacobbe ingannò Isacco suo padre, quando si fece passare per Esaù, ora viene lui ingannato da Labano. In altre parole, Giacobbe stava raccogliendo quello che aveva seminato, per usare un detto dell’apostolo Paolo (Galati 6:7). Il parallelo è senza dubbio appropriato e rientra soprattutto nella logica divina. Spesso l’uomo dimentica ‘come semina’, credendo che non si verificherà la cosiddetta ‘legge della corrispondenza’. Le cose che Dio ha stabilite come ‘principi universali’, cioè che si adattano per tutti gli uomini e per tutti i tempi, non possono essere cambiate da nessuno.

Il seme che si semina, buono o cattivo che sia, non nasce subito e neanche subito arriva a maturazione per essere raccolto. A volte, passa molto tempo; passano molti anni, prima che arrivi il tempo della raccolta. Però, una cosa è certa: se vogliamo raccogliere, dobbiamo seminare; in mancanza della semina, non si può pretendere di raccogliere.

Ci sono usanze che non hanno niente a che fare con la parola di Dio, anzi a volte sono contro di lei. Il credente, in modo particolare, farà bene a dare più importanza agli insegnamenti divini, anziché seguire le usanze del mondo, di chi non segue l’evangelo di nostro Signor Gesù Cristo. Essere sincero ed onesto con se stesso, significa avere una buona base per manifestarla nei confronti degli altri. Dal punto di vista generale, nessuno può dare agli altri qualcosa che non ha; ognuno dà quello che possiede.

Se non vuoi ricevere torti od offese nella tua vita, studiati a non procurarne a nessuno. Anche se è vero che a volte chi fa il bene riceve male, è meglio però riceverlo anziché farlo. Se una pietra è pesante per portarla sopra le tue spalle, non cercare di scaricarla sugli altri. La ‘regola d’oro’, così definita da molti: tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti (Matteo 7:12).

Le due mogli di Giacobbe


Finisci la settimana di questa (cioè di Lea) e ti daremo anche l’atra, per il servizio che presterai da me per altri sette anni.
Allora Giacobbe fece così, e finì la settimana di Lea; poi Labano gli diede in moglie la figlia Rachele.
Inoltre Labano diede la sua serva Bilhah per serva a Rachele, sua figlia.
E Giacobbe entrò pure da Rachele ed amò Rachele più di Lea; e servì da Labano altri sette anni
(Genesi.29:27-30).

Senza volerlo e senza cercarlo, Giacobbe finì per avere due mogli. Per avere come moglie Rachele, che era la sua prediletta amata, offrì sette anni di servizio gratuito a Labano, mentre per Lea, che poi non aveva scelto, e che neanche rientrava nei suoi piani per averla, ha dovuto pagare altri sette anni di servizio, che egli non offre ma che gli vengono richiesti da Labano. Se Giacobbe si fosse rifiutato di finire la settimana con Lea, sicuramente Labano non gli avrebbe dato Rachele. Così Giacobbe si trova ‘tra l’incudine e il martello’, come si direbbe in termini proverbiali, e, contro la sua volontà, acconsente, per amore di concordia e di pace. Questo ci viene confermato dalla frase: allora Giacobbe fece così, e finì la settimana di Lea.

Passare una settimana in rapporti amorosi con una donna che Giacobbe non aveva la minima intenzione di averla come sua moglie, certamente non sarà stato un evento delizioso per lui. Però, siccome le condizioni erano queste per avere la donna che egli amava, ha dovuto acconsentire alla volontà del padre. Facendo ciò, Giacobbe, non aderisce solamente a quello che gli viene chiesto, salva anche la dignità di Lea. Infatti, completando la settimana, (che era di solito il tempo della durata del convito nuziale) si dimostravano i segni della verginità, così che tutti potevano considerare Lea, come una legittima moglie e non come una prostituta. Sotto quest'aspetto, quello che fece Giacobbe, è ammirevole e merita un plauso.

Se stiamo descrivendo questa scena, non lo facciamo per giustificare una relazione sessuale illecita fuori del matrimonio. Anche se in quei tempi simili relazioni potevano essere tollerate, non possiamo dire lo stesso oggi. Infatti, alla luce degli insegnamenti del N.T. ogni relazione sessuale fuori del matrimonio, è illecita, quindi è considerata peccaminosa.

L’agire di Giacobbe, in questa parte specifica della sua vita, merita una particolare riflessione di carattere generale, in quanto ci permette di affrontare temi di grande attualità. Compiere azioni che hanno di mira la concordia e la pace, cioè, prevenire un qualcosa che arrecherebbe danno ad altri, questo si trova in piena armonia con l’insegnamento di Gesù e la morale cristiana.

Se uno vuol farti causa per toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello (Matteo 5:40) o come dice Luca: Se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello, non impedire di prenderti anche la tunica (Luca 6:29).

Portare via qualcosa che ci appartiene, che è di nostra proprietà, significa un’appropriazione indebita, punibile, secondo il codice penale. I figli di Dio sono conosciuti come figli di pace. Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio (Matteo 5:9). Adoperarsi per la pace, non significa solamente intervenire là dove c’è un litigio, una contestazione, una rissa, ma anche prevenirle, cioè non farle succedere.

L’apostolo Paolo dal canto suo, rivolge la seguente esortazione ai credenti di Roma: non rendete ad alcuno male per male; cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini (Rom 12:17,18).

L’epistola agli Ebrei ammonisce con fermezza: procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore (Ebrei 12:14).

Questi pochi versetti a sostegno di quanto abbiamo detto a proposito dell’agire di Giacobbe, sono insegnamenti per tutti e validi per tutti i tempi. Se poi si aggiunge il detto paolino: perché non subite piuttosto un torto? Perché non vi lasciate piuttosto defraudare? (1Corinzi 6:7), allora si capisce subito quale deve essere l’atteggiamento cristiano davanti a certe provocazioni, o davanti a certe manifestazioni che toccano da vicino la nostra vita, la nostra reputazione, il nostro prestigio, la nostra onorabilità. Infine, non farsi vincere dal male ma vincerlo col bene (Romani 12:21), rappresenta la migliore manifestazione di coerenza cristiana, tra professare una verità e viverla.

SP: Se al termine di quanto abbiamo scritto ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura. I sei capitoli che abbiamo scritto, l’abbiamo tratto dal nostro libro: “Giacobbe... L’uomo trasformato da Dio”. Infine, per quanti fossero interessati all’acquisto del presente libro per leggere tutti gli altri capitoli, potranno rivolgersi all’Editrice Hilkia, presso la quale è disponibile la presente pubblicazione ad un prezzo modestissimo di 3,00 euro. Grazie!
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